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ESZ NEWS N. 60 Febbraio 2013.pdf - Edizioni Suvini Zerboni

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Ivan Fedele<br />

<strong>ESZ</strong>news<br />

<strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> - Notiziario quadrimestrale<br />

Sculture sonore<br />

T<br />

re capoluoghi della Svizzera francese e tedesca –<br />

Losanna, Zurigo e Ginevra – entrano nella primavera<br />

2013 componendo un articolato “Portrait Ivan Fedele”.<br />

Il 15 marzo studenti e solisti della Haute École de<br />

Musique (HEMU) propongono a Losanna (HEMU, Utopia<br />

I, Grotte 2), la prima parte del ritratto, in forma di concerto<br />

da camera. In cartellone Flamen per quintetto di fiati,<br />

Imaginary Sky-Lines per flauto e arpa, Viaggiatori della<br />

notte, tre pezzi per violino solo, Il giardino di giada per<br />

oboe d’amore e trio d’archi, e Magic per quattro saxofoni.<br />

Tre giorni più tardi, il 18 marzo, la medesima sede<br />

ospiterà la seconda parte del “Portrait”, impreziosita dalla<br />

–<br />

prima esecuzione assoluta di Mudra per ensemble,<br />

commissione del Namascae Lemanic Modern Ensemble,<br />

che l’esegue nel contesto dell’Académie Namascae 2013<br />

congiuntamente all’Ensemble Contemporain de l’HEMU,<br />

sotto la direzione di William Blank. Nel medesimo<br />

concerto verrà proposto anche Immagini da Escher per<br />

ensemble e Richiamo per ottoni, percussioni e elettronica,<br />

con Alessandro Ratoci alla regia del suono e al live<br />

–<br />

electronics. Richiamo e Mudra saranno ripresi dai<br />

medesimi interpreti il 21 marzo a Zurigo, Zürcher<br />

Hochschule der Künste (ZHdK), abbinati a Ali di Cantor<br />

per quattro gruppi strumentali. Quest’ultimo programma<br />

verrà riproposto il 22 marzo alla Salle Communale<br />

Plainpalais di Ginevra per il Festival Archipel. In questi<br />

–<br />

termini il compositore presenta il nuovo lavoro: «Mudra è<br />

un termine sanscrito che ha molti significati strettamente<br />

Crescendo in musica<br />

i conclude nella primavera 2013 con l’esecuzione degli<br />

ultimi tre movimenti il ciclo di Crescendo, otto brevi brani<br />

in forma di studio per orchestra da camera. Daniele<br />

Parziani guiderà al Teatro Dal Verme di Milano l’Orchestra<br />

I Piccoli Pomeriggi Musicali di Milano composta da<br />

musicisti tra i 10 e i 17 anni – presso la quale Solbiati è<br />

stato per due anni composer in residence – nelle prime<br />

esecuzioni assolute di Masques (VI movimento) il 10<br />

febbraio, Luce (VII movimento) il 24 marzo e Danza (VIII<br />

movimento) il 26 maggio. Racconta l’Autore: «Ogni volta<br />

il mio scopo è stato quello di avvicinare alle scritture<br />

contemporanee i giovanissimi strumentisti, costruendo<br />

una sorta di Mikrokosmos orchestrale. La difficoltà, seppur<br />

in modo non lineare, è stata via via crescente, ma la mia<br />

attenzione è sempre andata a una “sdrammatizzazione”<br />

del rapporto con la musica d’oggi, attribuendo a ogni<br />

brano una fortissima componente immaginativa e figurale,<br />

collegata al “tema” centrale del concerto (le festività, le<br />

stagioni etc.). In ogni caso, devo dire che la splendida<br />

avventura di questa collaborazione, che condurrà nella<br />

prossima stagione all’esecuzione integrale e finalmente<br />

consecutiva degli otto brani, mi ha innanzitutto fatto capire<br />

che non vi è nessuna difficoltà ad avvicinare i giovanissimi<br />

alle scritture recenti e che essi sanno benissimo<br />

“crescere” insieme al compositore. Masques, come si può<br />

capire dal titolo, prende spunto dal Carnevale. Centro<br />

d’interesse tecnico è l’attribuzione di un carattere solistico<br />

via via a ogni fiato e alla prima parte di ogni arco. Una<br />

situazione di marcia un po’ grottesca e sgangherata,<br />

Alessandro Solbiati S<br />

correlati: “sigillo”, “segno”, “simbolo” e “gesto simbolico”.<br />

Nella storia del suo uso, il termine è passato da una<br />

funzione di linguaggio gestuale quotidiano a una di<br />

esperimento di comunicazione simbolica in ambito<br />

artistico, e in seguito si è trasformato da icona figurativa a<br />

–<br />

elemento rituale. Mudra è un titolo che ben si adatta a una<br />

serie di istanze poetiche ed estetiche che caratterizzano<br />

gran parte della musica che ho composto negli ultimi anni,<br />

musica in cui ho praticamente abbandonato la dimensione<br />

“narrativa” di un tempo in cui le “figure” vivono come<br />

personaggi di un racconto astratto, preferendo, invece,<br />

lasciare al tempo il compito di “svelare” la natura intima<br />

degli agglomerati sonori che si presentano all’ascolto<br />

come “sculture”. Queste “sculture sonore” esistono nella<br />

loro globalità a prescindere dalla dimensione temporale<br />

attraverso la quale, peraltro, svelano la loro natura. Una<br />

natura i cui segreti vengono, per così dire, “rivelati”<br />

attraverso prospettive diverse o attraverso illuminazioni<br />

più o meno parziali, intense o colorate che ne mostrano le<br />

qualità intrinseche: il profilo della massa, la levigatezza o<br />

rugosità della superficie, la trasparenza o densità della<br />

materia e ancora il gioco d’ombre cangianti a seconda<br />

dell’inclinazione del fascio di luce che l’investe o della<br />

prospettiva. I processi compositivi privilegiano, così,<br />

prassi formali più attinenti all’anamorfosi che alla<br />

metamorfosi, tecniche che ho cominciato a sperimentare<br />

dal 2005 in Immagini da Escher. Mudra si articola in tre<br />

parti, tre “sculture” appunto. Pur di “natura” diversa,<br />

spudoratamente intitolata “Marcia delle maschere” e<br />

inizialmente riservata agli archi, costituisce una sorta di<br />

ritornello di rondò che conduce di volta in volta a cinque<br />

episodi assai differenti e contrassegnati da uno strumento<br />

solista, riferiti via via alle maschere di Arlecchino<br />

(clarinetto), Colombina (flauto e violino), Pantalone<br />

(oboe), Capitan Spaventa (tromba) e Pulcinella (viola e<br />

violoncello). Ciascuno strumento si somma poi al<br />

“ritornello”, giungendo a un tutti che è una sorta di tripudio<br />

finale. Si tratta insomma del mio piccolo Carnaval.<br />

Luce, che sarà eseguito a ridosso di Pasqua, è la<br />

riflessione drammatica e tesa, per nulla edulcorata, sulla<br />

tensione alla trascendenza che contraddistingue in forme<br />

assai differenti ogni cultura e ogni esperienza umana. Il<br />

passaggio pasquale dalla morte alla vita, lungi dall’essere<br />

monopolio del credo cristiano, è in ogni simbologia: così<br />

l’oscuro cupo e aspro dell’inizio si trasforma via via nelle<br />

“mani protese verso l’alto” dell’evoluzione progressiva e<br />

nello squarcio luminoso finale. Scopo tecnico era qui<br />

quello di riprendere un ampio ventaglio di timbri e tecniche<br />

strumentali proposte ad una ad una nei vari brani e dare<br />

loro l’unità d’un solo percorso evolutivo, cercando la<br />

massima coesione del suono orchestrale. Danza è il<br />

punto d’arrivo ma in un certo senso anche di partenza del<br />

mio cammino con i Piccoli Pomeriggi. Mi spiego: quando<br />

Daniele Parziani mi propose la collaborazione con questa<br />

compagine, mi propose in primo luogo la versione<br />

semplificata d’un breve brano che avevo composto nel<br />

2010 per i Pomeriggi Musicali, un omaggio a Schumann<br />

<strong>60</strong><br />

febbraio2013<br />

–<br />

continua a pag. 2<br />

continua a pag. 3<br />

Una novità per ensemble al<br />

centro della celebrazione<br />

monografica in Svizzera e<br />

un’ulteriore prima a Witten<br />

Conclusione del ciclo<br />

concepito per I Piccoli<br />

Pomeriggi Musicali<br />

di Milano, prima alla<br />

Chigiana e residenza al<br />

Festival International<br />

Saint-Dizier Grand Der


Aldo Clementi<br />

Due prime esecuzioni<br />

condividono un medesimo<br />

procedimento compositivo<br />

Informel 2 per 15 esecutori è<br />

stato proposto il 20 gennaio<br />

all’Auditorium Stelio Molo della<br />

RSI di Lugano,<br />

nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble 900 del<br />

Conservatorio della Svizzera<br />

Italiana diretto da Francesco<br />

Bossaglia. Il 23 febbraio<br />

l’Ensemble Asamisimasa<br />

propone al Klaus-von-Bismarck<br />

Saal del WDR di Colonia<br />

Ricercare per chitarra, Lento<br />

per violoncello solo e Dedica<br />

per clarinetto, violoncello e<br />

pianoforte.<br />

Francisco Guerrero<br />

La Fundación BBVA di Bilbao<br />

propone il 5 febbraio<br />

l’esecuzione di Delta Cephei<br />

per due clarinetti, violino,<br />

viola e violoncello,<br />

nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Kuraia diretto<br />

da Andrea Cazzaniga.<br />

2<br />

Giorgio Colombo Taccani<br />

Frammenti di DNA sonoro<br />

I<br />

l 26 gennaio al Teatro Verdi di Busseto, con replica il<br />

27 gennaio alla Sala dei Teatini di Piacenza, avrà la sua<br />

prima esecuzione Ier… Una riverberazione selettiva di<br />

“Il Poveretto” di G. Verdi, per voce e sei strumenti; ne<br />

saranno esecutori il soprano Renata Campanella e<br />

l’Ensemble Nuove Musiche diretto da Guido Maria<br />

Guida. Così Colombo Taccani introduce il lavoro: «Come<br />

se giungesse da una grande distanza in una notte di<br />

vento intermittente, una lirica da camera di Verdi ci<br />

lascia percepire chiaramente solo alcune sillabe della<br />

linea vocale, pur essendone vagamente intuibile l’intero<br />

profilo. Della parte pianistica quasi tutto viene perduto.<br />

Le poche parti arrivate fino a noi restano libere di<br />

risuonare e di riverberarsi nell’intero ensemble; nulla,<br />

all’infuori di questi prolungamenti e di un numero<br />

ristrettissimo di raddoppi di ottava, viene loro aggiunto o<br />

elaborato rispetto alla pagina originale. Con grande<br />

sorpresa le sillabe sopravvissute ricreano un nuovo<br />

testo: ne emerge una pagina malinconicamente<br />

introversa, la cui intima riservatezza ci si rivela come<br />

attraverso la decifrazione di un messaggio in codice.<br />

Una lettera dimenticata da decenni nel cassetto segreto<br />

di uno scrittoio». Watcher per ensemble troverà invece<br />

la sua prima esecuzione il 30 aprile al Teatro Elfo<br />

Puccini di Milano grazie all’ensemble Sentieri Selvaggi,<br />

committente della composizione, diretto da Carlo<br />

Boccadoro. Spiega l’Autore: «Quasi tutti i miei lavori da<br />

tempo trovano lo spunto elaborativo iniziale in un breve<br />

frammento di provenienza molto varia; Schumann,<br />

Ravel, melodie di corale, brevi incisi gregoriani si sono<br />

alternati a Duke Ellington o ai Procol Harum; piccoli<br />

elementi di DNA che andavano a informare ogni aspetto<br />

del lavoro, dalla sostanza armonica alle proporzioni<br />

generali e all’alternanza delle sezioni; a volte traspare<br />

qualche suggestione derivante dall’immaginario<br />

musicale dello spunto di provenienza, mentre altrove,<br />

più spesso, il mio lavoro si è poi svolto in totale<br />

indipendenza e autonomia espressiva. Anche in<br />

quest’occasione mi sono mosso secondo tale abitudine<br />

consolidata; non dovrebbe essere difficile intuire quale<br />

sia lo spunto originario del mio lavoro, che lascio<br />

comunque affidato all’eventuale curiosità di chi ascolta<br />

(in un paio di circostanze dovrebbe risultare davvero<br />

evidente…) dal momento che il brano non si muove<br />

segue da pag. 1 (Fedele: Sculture sonore)<br />

rivelano tutte un “carattere rituale” che ne<br />

contraddistingue non solo la natura intrinseca ma anche<br />

–<br />

la percezione sensibile. Mudra è stato scritto per<br />

l’Ensemble Namascae cui è dedicato insieme all’amico<br />

William Blank». I Wittener Tage für Neue Kammermusik<br />

propongono il 27 aprile nell’interpretazione del Quatuor<br />

Makrokosmos, un’ulteriore prima esecuzione assoluta di<br />

Ivan Fedele, Phasing per due pianoforti e due<br />

percussionisti, commissione del WDR 3. Mosaïque per<br />

violino e orchestra da camera è stato ripreso il 17<br />

gennaio nel contesto d’un concerto-lettura al<br />

Conservatoire Massenet di Saint-Étienne. Francesco<br />

D’Orazio e l’Ensemble Orchestral Contemporain sono<br />

stati diretti da Daniel Kawka, con repliche il 18 gennaio<br />

al Théâtre Copeau, Opéra Théâtre de Saint-Étienne, e il<br />

23 gennaio al Grand Théâtre de Provence di Aix-en-<br />

Provence per il Festival Présences di Radio France.<br />

Sempre nel mese di gennaio Ivan Fedele ha tenuto, su<br />

invito di Frank Bedrossian, una masterclass di<br />

composizione al Dipartimento di Musica della University<br />

of California, Berkeley. Nell’ambito della residenza del<br />

compositore a Berkeley è stata eseguita il 26 gennaio<br />

dall’ECO Ensemble diretto da David Milnes La chute de<br />

la Maison Usher, musica per il film omonimo di Jean<br />

Epstein. Palimpsest, Quarto Quartetto per archi è stato<br />

proposto dal Quartetto Prometeo il 27 gennaio<br />

alludendo ai suoi ambiti stilistici ed espressivi. Ciò che è<br />

più importante sottolineare è come Watcher prosegua<br />

sulla linea già avviata dai miei lavori recenti, prediligendo<br />

scelte dirette, per lo più improntate a una grande<br />

esuberanza gestuale e a contrasti particolarmente<br />

energici; tutto ciò è evidente in particolare nelle prime<br />

pagine, caratterizzate frequentemente da un luminoso<br />

assetto diatonico e dall’epilogo del percorso, proiettato<br />

sia verso ruvidi agglomerati omoritmici sia verso la<br />

sparizione di connotati armonici riconoscibili, a causa<br />

dell’instabilità e della frequente distorsione dei suoni.<br />

Questo porta, mi auguro, a una leggibilità abbastanza<br />

diretta del brano, unitamente, va detto, a difficoltà non<br />

piccole dal punto di vista esecutivo, rendendo quindi<br />

ovvia la mia grande riconoscenza nei confronti degli<br />

interpreti e del direttore chiamati a un compito<br />

decisamente arduo». Il 22 marzo Roberto Fabbriciani<br />

presenterà nuovamente Restless White per flauto solo,<br />

a lui dedicato, nell’ambito del Sonic Fusion Festival di<br />

Salford, mentre il 31 maggio Il pianto di Giuturna per<br />

soprano e ensemble su un testo originale di Vittorio<br />

Sermonti verrà riproposto a Tokyo nell’esecuzione di<br />

Maki Ohta e del Nomad Ensemble diretto da Norio Sato.<br />

Ricordiamo inoltre che Akiko Kozato il 25 ottobre scorso<br />

ha ripresentato Nox, Tellus per voce sola nell’ambito del<br />

Festival Spazio Musica di Cagliari; il 27 ottobre il Duo<br />

Alterno (Riccardo Piacentini e Tiziana Scandaletti) ha<br />

eseguito nuovamente L’Àgnili per voce e pianoforte su<br />

due poesie in sardo di Pompeo Calvia al Museo di Santa<br />

Caterina di Treviso per il Festival “Finestre sul<br />

Novecento”; il Duo Antilia (Cinzia Cruder e Silvia Cignoli)<br />

ha ripresentato Antilia per ottavino e chitarra l’11<br />

novembre nell’ambito del progetto “Irid” presso le<br />

“Officine Creative Ansaldo” di Milano. Da segnalare<br />

infine che l’esecuzione di Dura roccia per fagotto e<br />

orchestra d’archi, registrata a Firenze lo scorso ottobre<br />

nell’ambito del Festival “Play It!” e che vedeva coinvolta<br />

l’Orchestra della Toscana diretta da Francesco<br />

Lanzillotta, verrà inserita nel Cd Bassoon Works del<br />

solista Paolo Carlini, d’uscita imminente per la casa<br />

discografica Tactus e comprendente altre pagine<br />

contemporanee dedicate a questo grande fagottista, fra<br />

le quali lavori di Ennio Morricone, Nicola Sani, Luis de<br />

Pablo e Giorgio Gaslini.<br />

all’Auditorium Celesti di Desenzano, per il V Festival del<br />

Ned Ensemble, nella Stagione Concertistica “Città di<br />

Desenzano”. Ciro Longobardi porta in tournée una<br />

selezione dalle Études boréales e dalle Études australes<br />

per pianoforte nelle seguenti tappe: il 5 febbraio al<br />

Conservatorio Superiore di Alicante, il 9 marzo alla<br />

Gallery 345 di Toronto e il 15 aprile alla Hochschule di<br />

Basilea. L’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Xu<br />

Zhong esegue l’8 e il 9 febbraio al Teatro Filarmonico<br />

per la Stagione Sinfonica della Fondazione Arena di<br />

Verona Syntax 0.1 (if@hay.dn) per orchestra da camera.<br />

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai propone<br />

invece il 15 febbraio all’Auditorium Rai di Torino sotto la<br />

bacchetta di Marco Angius, in prima esecuzione italiana,<br />

Artéteka (Folkdance 1) per orchestra e Txalaparta<br />

(Folkdance 2) per set di txalaparta e orchestra. Sandro<br />

Gorli dirige il 20 febbraio, alla testa del Divertimento<br />

Ensemble, Immagini da Escher per ensemble per la<br />

stagione “Rondò” all’Auditorium Gruppo 24 Ore di<br />

Milano. Mario Caroli esegue il 15 aprile a Budapest<br />

Dedica e Apostrofe per flauto solo e il 28 maggio a<br />

Bucarest Donax per flauto solo. Infine, Erinni per<br />

pianoforte, cimbalom e vibrafono è in programma nella<br />

versione per pianoforte, dulcimer e vibrafono il 30<br />

maggio alla Musikhochschule di Basilea, con Franziska<br />

Fleischanderl al dulcimer.


segue da pag. 1 (Solbiati: Crescendo in musica)<br />

intitolato Il risveglio di Florestano. Si trattava del<br />

progressivo emergere da un fondale statico e immobile<br />

di un carattere di danza sempre più esplicito che<br />

esplodeva alla fine, rivelando alcune citazioni da<br />

Schumann. Poi avevamo pensato che era sciocco, non<br />

specifico e anche un po’ offensivo dedicare all’orchestra<br />

giovanile solo la versione semplificata di un brano già<br />

composto, e nacque così il progetto di Crescendo.<br />

L’ultimo concerto dei Piccoli Pomeriggi è dedicato alla<br />

fiaba e in programma vi sono vari brani tratti da balletti<br />

di temi “fiabeschi”. Allora ho pensato che è giunta l’ora,<br />

dopo sette brani, di dimostrare che l’orchestra giovanile<br />

è matura per eseguire una musica d’oggi complessa e<br />

“senza sconti”: ho ripreso Il risveglio di Florestano, che<br />

era in fondo la nascita di una danza, e ne ho fatto una<br />

versione nient’affatto semplificata, solo ristrumentata<br />

per motivi di organico e purgata dei riferimenti<br />

schumanniani ora fuori luogo, sostituendo un finale tutto<br />

dedicato ai miei giovani interpreti e all’amico Daniele<br />

Parziani». Prestigiosa prima cameristica il 22 marzo<br />

all’Accademia Chigiana di Siena, a Palazzo Chigi<br />

Saracini, per la Stagione “Micat in vertice”, quando il<br />

Trio Stauffer eseguirà il Secondo trio d’archi. Spiega<br />

Solbiati: «Il pezzo è stato richiesto da un giovane trio,<br />

già con parecchia esperienza alle spalle e che proprio<br />

in occasione di questo concerto potrà valersi per la<br />

prima volta del nome di Trio Stauffer, concesso<br />

dall’omonima Fondazione. Nel 2012 avevo composto<br />

per il Divertimento Ensemble Alfi, un brano in tre<br />

movimenti, ciascuno dei quali aveva un diverso<br />

organico. Il primo era costituito da un fulminante trio<br />

d’archi di tre minuti in cui ben undici differenti situazioni<br />

musicali si alternavano con la velocità di un<br />

fotogramma. Ho pensato allora di ripartire da lì, e di<br />

considerare quei tre minuti il primo di tre movimenti<br />

progressivamente di poco più ampi (rispettivamente<br />

3’30” e 4’) e soprattutto contrassegnati dal progressivo<br />

“rallentamento” della musica. Il secondo ironizza sulla<br />

medietas di un clima musicale leggero e un po’ dandy:<br />

tutto è basato su consonanze di terze e seste che<br />

vengono ripetutamente aggredite e infine scardinate dal<br />

materiale più inatteso, una triade maggiore trillata e<br />

snaturata dalla massima pressione dell’arco. Il terzo<br />

movimento, di estrema lentezza, parte dalla rarefazione<br />

di alcuni “relitti sonori” che galleggiano sul vuoto, nei<br />

quali si profila a poco a poco una sorta di aspirazione<br />

alla luce e all’infinito, profonda, seppur non<br />

necessariamente confortevole». Alessandro Solbiati<br />

sarà il compositore in residenza del Festival<br />

International Saint-Dizier Grand Der, “Le Printemps de<br />

la Musique”, dal 22 al 27 aprile, nel corso del quale<br />

avverranno diverse esecuzioni, tra cui la prima<br />

esecuzione integrale dei Dodici Lieder da “Winterreise”<br />

nella trascrizione per violino e viola, affidata al duo<br />

Dejan Bogdanovic e Pierre-Henri Xuereb. Così l’Autore<br />

racconta questa esperienza creativa: «La richiesta<br />

fattami da Pierre-Henri Xuereb di trascrivere per violino<br />

e viola una parte considerevole dell’immensa<br />

Winterreise schubertiana è giunta al suo termine,<br />

arrestandosi alla metà dei Lieder. All’inizio pensavo si<br />

potesse trattare di una scommessa assai pericolosa; a<br />

poco a poco ho scoperto quanto sia possibile aderire al<br />

dettato schubertiano senza cambiarne nemmeno una<br />

nota, eppure compiere il “proprio” viaggio nella sua<br />

musica, rendendo il canto un dialogo tra i due strumenti,<br />

sottolineando o assottigliando talune armonie,<br />

orientando, ampliando e a volte forzando taluni percorsi<br />

di registro e così via: si tratta di un atto d’amore per uno<br />

dei più grandi capolavori dell’arte occidentale». Nel<br />

medesimo quadro verranno proposti Ianus per<br />

orchestra d’archi e, nell’interpretazione degli studenti<br />

del corso, Dawn per flauto e arpa, Albatros per flauto,<br />

violino e pianoforte, Manet per violoncello e pianoforte,<br />

Trio per violino, violoncello e pianoforte, e Klimt per<br />

violino, viola, violoncello e pianoforte. Il 4 maggio Luigi<br />

Attademo esegue a Carpi i primi cinque movimenti sui<br />

sei complessivi (il V in prima esecuzione assoluta) di Le<br />

sei corde di Niccolò per chitarra, nelle parole di Solbiati,<br />

«fogli d’album senza pretese unitarie, costituiti ciascuno<br />

dalla semplice esposizione di un’idea musicale, anelli<br />

d’una mia catena di piccoli brani chitarristici, nell’ambito<br />

del progetto di Attademo attorno ai Ghiribizzi per<br />

chitarra di Niccolò Paganini». Luigi Gaggero propone<br />

invece l’8 maggio a Venezia per il Festival Pas-E,<br />

“Nuovi Madrigali Italiani”, alla testa dell’ensemble La<br />

Dolce Maniera, la prima di E tu seguivi, piccolo<br />

madrigale per cinque voci su testo di Dino Campana.<br />

Spiega Solbiati: «L’amicizia e la lunga collaborazione<br />

con Luigi Gaggero come cimbalonista ha preso una<br />

nuova piega, da lui stesso provocata nel momento in<br />

cui è divenuto promotore e direttore di un magnifico<br />

ensemble vocale che intende alternare repertorio<br />

rinascimentale e contemporaneo. Per il momento, su<br />

sua stessa richiesta, si tratta di un breve brano che<br />

utilizza come testo un verso di Dino Campana (“...e tu<br />

seguivi nell’aria la fresca incarnazione di un mattutino<br />

sogno...”), che pochi mesi fa ha “ispirato” il Prologo del<br />

mio To Whom?, per voce femminile sola, senza però<br />

essere esplicitamente cantato. In quel caso, infatti,<br />

l’utilizzo della voce sola avrebbe reso troppo esplicito e<br />

didascalico il percorso immaginativo così fortemente<br />

suggerito dal verso, mentre qui il rapporto polifonico<br />

stabilito con la parola mi ha permesso di coniugare<br />

significato e percorso musicale, ponendoli in un<br />

rapporto di reciproco nutrimento». Di Alessandro<br />

Solbiati è possibile ascoltare il 5 febbraio Due adagi<br />

(Tiresia e la Pizia) per violino alla Salle Ockeghem<br />

dell’Atelier Musical de Touraine di Tours,<br />

nell’interpretazione di Eric Lacrouts. Il 16 e 17 febbraio<br />

l’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Silvio Viegas<br />

propone al Teatro Filarmonico, per la Stagione Sinfonica<br />

della Fondazione Arena di Verona, Raggio per<br />

orchestra da camera. Il 27 febbraio Alessandro Solbiati<br />

presenta all’Auditorium San Fedele di Milano la<br />

proiezione della produzione video dell’opera Leggenda.<br />

Il giorno dopo, 28 febbraio, l’Orchestra Sinfonica del<br />

Teatro Comunale di Bologna diretta da Philipp von<br />

Steinaecker propone al Teatro Manzoni di Bologna,<br />

nell’ambito della Stagione Sinfonica del Teatro<br />

Comunale, la prima esecuzione assoluta dei Sei Lieder<br />

giovanili di Arnold Schönberg nell’orchestrazione di<br />

Alessandro Solbiati. Il 2 aprile François Petit e Carole<br />

Carniel-Petit presentano alla Salle Ockeghem<br />

dell’Atelier Musical de Touraine di Tours Dies per<br />

clarinetto e pianoforte e, coadiuvati da altri musicisti,<br />

Pour Ph.B. per clarinetto, violino, violoncello e<br />

pianoforte. Sempre a Tours verranno eseguiti il 4 aprile,<br />

per le Journées de la Composition, Sonata per<br />

pianoforte e Corde per viola sola, quest’ultima<br />

nell’interpretazione della violista Maël Bailly. Maria<br />

Grazia Bellocchio propone il 10 aprile presso<br />

l’Auditorium Gruppo 24 Ore di Milano, per la stagione<br />

Rondò, gli Interludi per pianoforte. Laura Catrani<br />

eseguirà il 25 aprile a Graz To Whom? per soprano<br />

solo. Durissimo silenzio per sei voci femminili e<br />

pianoforte sarà proposto il 28 aprile per i Rencontres<br />

Contemporaines di Lione da Ancuza Aprodu, pianoforte,<br />

e dall’Ensemble Six Voix Solistes diretto da Alain<br />

Goudard, con replica il giorno dopo, 29 aprile, alla sala<br />

Utopia 1 della Haute École de Musique di Losanna.<br />

Maurizio Longoni e l’Ensemble del Conservatorio “G.<br />

Verdi” di Milano eseguiranno a fine aprile Mi lirica<br />

sombra per clarinetto basso e sette strumenti. Infine,<br />

una selezione da Linee, otto contrappunti e preludi per<br />

voci e diversi strumenti da Die Kunst der Fuge di<br />

Johann Sebastian Bach, sono in programma il 23<br />

maggio all’Auditorium del Conservatoire du XIX Adt di<br />

Parigi, nell’interpretazione dell’Ensemble Alternance.<br />

Sono previsti un incontro con Alessandro Solbiati e la<br />

proiezione del film Heimat Bach di Ulli Aumüller, con<br />

musiche di Johann Sebastian Bach, György Kurtag e<br />

Alessandro Solbiati.<br />

Luigi Dallapiccola<br />

Le Variazioni per orchestra<br />

sono in cartellone, nella<br />

direzione di Francesco<br />

Angelico, il 5 aprile al Tonhalle<br />

di Zurigo con il Tonhalle<br />

Orchester Zürich, e il 12 aprile,<br />

con replica il 14, allo<br />

Staatstheater Cottbus con il<br />

Philharmonisches Orchester<br />

Cottbus. A Dallapiccola è<br />

dedicato il numero 158, agosto<br />

2012, della nuova serie di<br />

«Musik-Konzepte» (Monaco,<br />

Edition Text+Kritik), che<br />

s’interroga sul significato<br />

storico del compositore istriano<br />

attraverso una raccolta di<br />

cinque saggi aperta dai<br />

contributi di Dietrich Kämper e<br />

Joachim Noller.<br />

Goffredo Petrassi<br />

Pietro Borgonovo ha diretto gli<br />

strumentisti dell’Orchestra del<br />

Teatro La Fenice nella<br />

Serenata per cinque strumenti<br />

e nella Sonata da camera per<br />

clavicembalo e dieci strumenti il<br />

21 gennaio al Teatro La Fenice<br />

di Venezia per la Società dei<br />

Concerti. Il 24 e 25 febbraio<br />

l’Auditorium di Via della<br />

Conciliazione a Roma ospita<br />

un’esecuzione di Récréation<br />

concertante (Terzo Concerto)<br />

per orchestra, affidato<br />

all’Orchestra Sinfonica di Roma<br />

diretta da Francesco La<br />

Vecchia.<br />

3


Due prime in estremo Oriente<br />

che indagano le potenzialità del<br />

suono, due omaggi a Giacinto<br />

Scelsi e un concerto monografico<br />

Roberto Fabbriciani<br />

Roberto Fabbriciani ha<br />

eseguito il 20 gennaio alla<br />

Stanza di Trieste, per<br />

l’Associazione Musicale Libera,<br />

una serie di proprie<br />

composizioni: 3 studi per flauto<br />

solo, Suoni per Gigi per flauto e<br />

nastro magnetico e Pensieri nel<br />

vento per flauto e nastro<br />

magnetico, insieme a Zeus<br />

joueur de flûtes per flauti e<br />

nastro magnetico di Henri<br />

Pousseur/Roberto Fabbriciani.<br />

Il 22 marzo il flautista ripropone<br />

al Sonic Fusion Festival di<br />

Salford Suoni per Gigi e Zeus<br />

joueur de flûtes.<br />

Andrea Mannucci<br />

Solo per flauto è in programma<br />

il 22 marzo al Sonic Fusion<br />

Festival di Salford<br />

nell’interpretazione di<br />

Roberto Fabbriciani.<br />

4<br />

Nicola Sani<br />

Scavi e percorsi<br />

T<br />

re le prime esecuzioni assolute per Nicola Sani nella<br />

prima parte del 2013. Apre la serie Astratto II per violino<br />

e violoncello, in programma il 23 febbraio allo Studio<br />

Haru di Nagoya (Giappone) nell’interpretazione dei<br />

Solisti del Trio Musica QuLakoza: Rika Soukawa e<br />

Hikaru Sato. Spiega l’Autore: «Questo nuovo lavoro<br />

cerca nel suono dei due strumenti e nei<br />

modi con cui dialogano e intervengono<br />

l’uno nell’altro una prospettiva<br />

completamente astratta da qualsiasi<br />

vincolo. È un percorso di “scavo” nella<br />

materia, di combustioni, specchi, scambi<br />

di materiale grezzo. I due strumenti sono<br />

lontani, anche fisicamente, e misurano la<br />

loro distanza attraverso diverse possibilità<br />

di entrare in relazione l’uno con l’altro,<br />

l’uno dentro l’altro. Lo spazio che<br />

intercorre tra di loro è quello dell’ascolto,<br />

che lascia agli interpreti il modo di trovare<br />

il proprio cammino, di pensarlo, di<br />

reinterpretarlo, trasformandolo in un<br />

progetto di tempo, ogni volta diverso».<br />

Il 10 marzo Arnaldo De Felice propone alla Sala Poly di<br />

Pechino Hallucinée de lumière parmi les ombres per<br />

oboe solo, con repliche il 18 marzo al Teatro Manzoni di<br />

Bologna per la rassegna “Musica Insieme”, in prima<br />

esecuzione italiana, e il 20 marzo a Roma, nella Sala<br />

del Gonfalone. Così Sani presenta il lavoro: «Questa<br />

nuova composizione nasce dal mio incontro con<br />

l’oboista e compositore Arnaldo De Felice e dai discorsi<br />

condivisi con lui sul modo di pensare il suono. Un suono<br />

ruvido, grezzo, spontaneo, immediato, cosciente,<br />

antagonista, basato sulle sonorità estreme dell’oboe.<br />

Hallucinée de lumière parmi les ombres è un dialogo<br />

interiore tra i suoni, l’aria e i ritmi dell’inconscio, un<br />

viaggio introspettivo attraverso i timbri generati<br />

dall’oboe, pensati come forma acusticamente elaborata<br />

nelle strategie esecutive nel tempo e nello spazio<br />

determinate e sperimentate con l’interprete. Non si<br />

ascoltano i suoni tradizionali dello strumento, ma la loro<br />

trasfigurazione in un universo di sonorità dilatate,<br />

elaborate già nel loro manifestarsi ed espanse nelle<br />

possibili multifonie. Dall’oboe si dirama un cosmo di<br />

suoni che richiama gli orizzonti della vocalità. Il silenzio<br />

entra in questa drammaturgia come senso del limite,<br />

della solitudine, elemento di tensione, dialogo, contrasto<br />

e sospensione. La struttura della partitura è aperta e<br />

permette diversi percorsi e molteplici livelli interpretativi.<br />

Attraverso l’idea di una continua esplorazione delle<br />

periferie del suono, vengono messi in relazione codici<br />

diversi, echi e frammenti. Così si crea un dialogo tra<br />

forze in opposizione, strutture che si aprono verso<br />

orizzonti illimitati e improvvise figurazioni ritmiche.<br />

Il tempo viene eliminato e la materia conosciuta rimane<br />

in sospensione, a galleggiare in un mare di linee sonore<br />

che l’attraversano. È un altro mare, dove si incontrano<br />

isole sonore da esplorare, da ascoltare in maniera<br />

diversa e dove si raccoglie ciò che si riconosce e ciò che<br />

si scopre. Il titolo della composizione deriva da una<br />

poesia di Giacinto Scelsi, profondo esploratore di<br />

quell’universo ancora in gran parte pieno di misteri che<br />

chiamiamo suono». E proprio a Scelsi si rifà la novità in<br />

cartellone il 1° maggio al Grosser WDR Sendesaal di<br />

Colonia per il Festival Acht Brücken, Musik Triennale<br />

Köln, dove il Klangforum Wien diretto da Johannes<br />

Kalitzke proporrà Gimme Scelsi per ensemble e<br />

elettronica. Così Sani introduce il lavoro: «Questa<br />

composizione è scritta su commissione del Klangforum<br />

Wien, in occasione del progetto “Giacinto Scelsi<br />

Revisited” realizzato dall’ensemble<br />

viennese in collaborazione con la<br />

Fondazione Isabella Scelsi. L’importanza<br />

di Scelsi non è per me legata soltanto al<br />

significato della sua vasta produzione<br />

musicale, ma risiede soprattutto nelle<br />

questioni da lui poste sul modo di<br />

affrontare la prassi sperimentale nella<br />

composizione, mettendola concretamente<br />

in opera senza venire meno a una<br />

necessità espressiva, comunicativa e<br />

poetica. In altre parole, al di là della sua<br />

attività compositiva, Scelsi ha posto al<br />

centro dell’attenzione temi che fanno di lui<br />

uno dei più grandi utopisti del XX secolo,<br />

anticipatore del moderno concetto di<br />

experimental music. Ho conosciuto Giacinto Scelsi<br />

soltanto di vista, in una Roma di molti anni fa, durante la<br />

stagione che culturalmente è stata definita “dell’effimero”<br />

e politicamente degli “anni di piombo”: gli anni Settanta,<br />

complessi e drammatici ma pieni di fermenti creativi, in<br />

cui la “città eterna” sembrava esplodere di suoni, poesie,<br />

immagini, colori e rivendicazioni sociali. In quella Roma,<br />

frequentata dai protagonisti delle avanguardie sonore,<br />

del teatro sperimentale, della danza contemporanea, del<br />

free jazz, dell’improvvisazione musicale, dove la nuova<br />

musica si univa al rock progressivo e alla riscoperta del<br />

repertorio popolare, si cominciava a diffondere la musica<br />

di Giacinto Scelsi. La si ascoltava nei “santuari” delle<br />

avanguardie: gli scantinati, i teatri sperimentali, le<br />

gallerie d’arte, i locali off nel quartiere di Trastevere, o<br />

presso alcune istituzioni culturali “illuminate”. Gimme<br />

Scelsi è un omaggio a quegli anni, in cui scoprivo un<br />

nuovo mondo sonoro dove rock e avanguardie erano un<br />

riferimento unico; un omaggio e un pensiero<br />

riconoscente all’influenza che la musica di Scelsi ha<br />

avuto sui linguaggi delle nuove generazioni, sulle<br />

sperimentazioni del rock progressivo, sulla cultura<br />

psichedelica, sulle diverse musiche e sulle musiche<br />

“diverse”». L’Ensemble Orchestral Contemporain è stato<br />

diretto da Daniel Kawka in Deux, le contraire de “un” per<br />

ensemble il 18 gennaio al Théâtre Copeau, Opéra<br />

Théâtre de Saint-Étienne, e il 23 gennaio al Grand<br />

Théâtre de Provence di Aix-en-Provence per il Festival<br />

Présences di Radio France. Roberto Fabbriciani<br />

proporrà il 22 marzo al Sonic Fusion Festival di Salford<br />

I binari del tempo per flauto e nastro magnetico. Infine,<br />

l’Associazione Musica d’Oggi di Roma organizza l’8<br />

aprile alla Sala Puccini del Circolo del Ministero delle<br />

Infrastrutture, nell’ambito del ciclo “Incontri con l’Autore”,<br />

un concerto monografico dedicato a Nicola Sani, durante<br />

il quale verranno eseguiti dall’Ensemble Musica d’Oggi<br />

A Lina Bucci Fortuna per pianoforte, Come una specie<br />

d’infinito per violoncello e pianoforte e Oltre il deserto<br />

spazio per flauto, clarinetto, violino, violoncello e<br />

pianoforte; verranno inoltre proiettati estratti dal video<br />

dell’opera Il tempo sospeso del volo.<br />

È disponibile on line il catalogo delle <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong>.<br />

Tutte le opere da noi pubblicate sono consultabili all’indirizzo www.esz.it.<br />

Un potente, completo e efficace motore di ricerca permetterà di consultare il nostro catalogo<br />

e di fare ricerche per strumento, organici, titolo, autore.<br />

Inoltre si potrà accedere a utili informazioni come le biografie degli autori,<br />

notizie sulle composizioni, prime esecuzioni, novità editoriali.


Marco Momi<br />

Scoprirsi soli<br />

M<br />

arco Momi è compositore in residenza nella<br />

stagione “Rondò 2013” del Divertimento Ensemble, nel<br />

corso della quale propone quattro lavori, due dei quali in<br />

prima esecuzione assoluta. Sandro Gorli dirige la<br />

compagine a Milano, presso l’Auditorium<br />

Gruppo 24 Ore, il 23 gennaio in Iconica II<br />

per ensemble e il 20 febbraio in Iconica IV<br />

per ensemble e live electronics; il 20<br />

marzo la solista Maria Ronchini propone la<br />

prima esecuzione di Due nudi per viola;<br />

infine il 12 maggio, con l’apporto dei<br />

Piccoli musicisti di Divertimento Ensemble<br />

- Laboratorio “Giocare la musica”, sarà<br />

presentato in prima esecuzione assoluta<br />

Ludica III per ensemble, tre gruppi di<br />

bambini e elettronica, con anteprima il 10<br />

aprile presso la Sala conferenze del Museo del<br />

Novecento di Milano in occasione della manifestazione<br />

“Backstage del pensiero creativo - Scomponiamo una<br />

partitura”. Un’ulteriore prima avrà luogo il 18 marzo al<br />

Festival Ars Musica di Bruxelles, nell’ambito di un<br />

concerto dell’Ensemble Nikel dedicato in parte a Marco<br />

Momi. La novità, Cinque nudi per saxofono e stomp<br />

boxes, affidata al solista dell’ensemble Vincent Daoud,<br />

è accostata a Ludica II per ensemble e elettronica.<br />

Così l’Autore presenta la serie dei Nudi: «È un piccolo<br />

percorso sulla solitudine di uno strumento con il suo<br />

interprete. Una piccola collezione sull’evanescenza del<br />

dialogo che diventa monologo, sull’attimo dello scoprirsi<br />

soli che è fatto di perfetta intimità e crudo disagio. Uno<br />

spazio percettivo fatto di storie che non richiedono di<br />

essere raccontate perché non c’è pubblico e perché si<br />

sa che andranno perse nel tempo cronometrico: la loro<br />

vita si esaurisce nello slancio di un pensiero. Una<br />

dimensione in cui il corpo messo a nudo si smonta dei<br />

caratteri sociali, si annusa, si accarezza. Nel guardarsi<br />

allo specchio esce da sé e si osserva. Nel primo dei<br />

Due nudi per sola viola si osserva il puro gioco digitale<br />

sulle corde, come un lento aggrovigliarsi di<br />

combinazioni che si scoprono: torna il predominio<br />

dell’intavolatura sull’armonia, ma il suono è puro, non<br />

Aureliano Cattaneo<br />

Lavorare la materia<br />

U<br />

na prestigiosa prima esecuzione italiana di Aureliano<br />

Cattaneo, Selfportrait with Orchestra per orchestra, è in<br />

cartellone l’8 febbraio all’Auditorium Rai di Torino<br />

nell’interpretazione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale<br />

della Rai diretta da Daniel Kawka. Si tratta della prima<br />

esecuzione della versione definitiva del pezzo proposto<br />

originariamente al Festival Musica di Strasburgo<br />

nell’ottobre 2010. Si tratta d’un trittico sinfonico che<br />

l’Autore presenta in questi termini nei tre movimenti:<br />

«“Musica con Patinir”: passeggio nel Prado, e osservo<br />

questi quadri fatti solo di sfondi, e penso che vorrei<br />

essere come un pittore che lavora la materia viva, con<br />

le mani, con un attrezzo, si sporca, si intossica. Scrivere<br />

una musica senza figure, solo lo sfondo, ma sempre<br />

cangiante, di un azzurro strano come gli sfondi di<br />

Patinir. “Mi sviscero in un lampo”: caro Edoardo<br />

[Sanguineti], quanto mi sarebbe piaciuto che tu avessi<br />

potuto ascoltare questo mio svisceramento. Sono<br />

arrivato tardi, o tu te ne sei andato presto. Ancora<br />

penso alla pittura, ai tagli di Fontana, e a quel tuo modo<br />

particolare di visitare un museo. Già non puoi ascoltare<br />

quest’orchestra grave che si taglia in un lampo, che si<br />

squarcia per aprirsi su una luce acuta. Già non puoi<br />

annusare l’odore di queste mie viscere infilate su<br />

pentagrammi. “Les adieux”: bisogna avere molta<br />

attenzione a scrivere degli addii, perché poi magari ti<br />

tocca davvero farli. Ho pensato a Beethoven, e poi a<br />

Haydn, e poi a Ligeti che pensa a Brahms, e poi ancora<br />

a te, Graziella, che già mi manchi. Fate attenzione alla<br />

recitato, struccato. Nel secondo si gioca con l’incanto<br />

della pulsazione accennata, che diventa puro gesto<br />

quando tocca il corpo estraneo che ferisce il proprio<br />

corpo; e allora si rilegge. Nella raccolta Cinque nudi, il<br />

saxofono si spoglia e prende in mano<br />

alcune delle sue maschere. Si guarda in<br />

uno specchio che non è lucido e che non<br />

è suo: le pedaliere della chitarra<br />

elettrica. Si scopre polimorfico di<br />

struttura e non per genere: polifonico,<br />

sottile come una linea, respira e basta,<br />

poi lascia litigare i propri “sé”. Improvvisa<br />

con due suoni mentre è incantato in un<br />

loop». Così Momi ci introduce invece a<br />

Ludica III: «Non è un brano con finalità<br />

didattiche; non è un brano “per” bambini<br />

quanto piuttosto “con” i bambini. Lo strumento è del<br />

tutto particolare e raro, non intimidisce solamente la<br />

particolarità della voce, ma il controllo del mezzo<br />

espressivo da parte dei bambini stessi, della possibilità<br />

d’interazione con altri strumenti e con l’elettronica. Non<br />

si è trattato dunque di comporre il suono prodotto da<br />

questo strumento particolare, ma di comporre il perché<br />

della loro presenza, cercando di giocare con le<br />

peculiarità che sono ben lontane dalle pratiche di<br />

disciplina di un ensemble strumentale. Il gioco torna a<br />

essere il tono da me scelto per questo lavoro atipico.<br />

L’elettronica è concepita per una tipologia di diffusione<br />

Lo-Fi, sul palco e con altoparlanti non potenti,<br />

l’ensemble è “piegato” a gesti forzatamente semplici, i<br />

bambini sono posizionati in tre gruppi distinti al centro<br />

dell’ensemble spazializzato. Scompongono il gesto<br />

degli strumentisti, li osservano per ricavarne dati,<br />

scimmiottano l’elettronica e reagiscono da bambini.<br />

Il lavoro è concepito per una formazione cameristica di<br />

piccole dimensioni, per non disperdere nulla dei gesti di<br />

meraviglia di ogni bambino». L’Ensemble Nikel<br />

ripropone infine Ludica II il 19 febbraio al Rachmaninov<br />

Hall di Mosca per il Magister Ludi Festival, e ancora,<br />

insieme a Cinque nudi, il 3 aprile al Felicja Blumental<br />

Center di Tel Aviv.<br />

fine, al doppio quartetto, uno in eco con le sordine di<br />

ferro, su uno sfondo di rane e grilli: m’è costato<br />

scriverlo». Vede la luce anche la versione definitiva di<br />

Canto per ensemble, in cartellone il 3 marzo al Großer<br />

Saal della Stiftung Mozarteum di Salisburgo.<br />

L’esecuzione, affidata all’Österreichisches Ensemble für<br />

Neue Musik diretto da Michel Galante, è legata al<br />

conferimento a Cattaneo del prestigioso Förderpreis<br />

2013 della Regione di Salisburgo; nel<br />

medesimo Concerto dei Premiati verrà<br />

eseguita anche musica di Georg Friedrich<br />

Haas, detentore del “Musikpreis” 2013.<br />

Canto viene proposto in anteprima da Michel<br />

Galante alla testa dell’Argento Chamber<br />

Ensemble il 23 febbraio al TBA Lounge di<br />

New York nel contesto della manifestazione<br />

“Salzburg Biennale Preview”. Si chiede, e<br />

risponde, Cattaneo: «Perché Canto?<br />

In Canto cerco di ritrovare la continuità.<br />

La continuità della nota cantata e la sottile<br />

vibrazione della “messa di voce”. La cerco in due modi<br />

diversi: con il tratto lungo, oppure con l’unione dei<br />

frammenti. Con il primo sistema si segue una linea che<br />

si snoda e ci accompagna nel tempo. Con il secondo<br />

bisogna ricostruire la linea attraverso l’immagine riflessa<br />

delle possibili unioni dei punti. Così è il materiale<br />

musicale che si dipana come la matassa della lana,<br />

oppure si accartoccia come una sottile striscia di<br />

alluminio nel fuoco».<br />

Residenza presso il<br />

Divertimento Ensemble e una<br />

nuova serie di lavori solistici<br />

Jean-Luc Hervé<br />

Rêve de vol I per clarinetto e<br />

viola è in cartellone il 2 febbraio<br />

al Lavoir Moderne Parisien<br />

nell’interpretazione di<br />

Alexandre Chabod e Étienne<br />

Tavitian. Hervé terrà una serie<br />

di seminari e concerti nel mese<br />

di maggio in Cina, al<br />

conservatorio di Shanghai e<br />

all’università di Nanchang.<br />

Una prima italiana all’Auditorium<br />

Rai di Torino e il Förderpreis alla<br />

Biennale di Salisburgo<br />

5


Novità madrigalistica su un<br />

aforisma di Karl Kraus e Cd<br />

monografico col Divertimento<br />

Ensemble<br />

Esce un Cd monografico<br />

dedicato a un decennio di lavori<br />

per soli o piccoli ensemble<br />

6<br />

Novità per corno<br />

concertante dedicato ai<br />

“malestanti” spinti ai<br />

margini della Storia<br />

Stefano Gervasoni<br />

La voce del paradosso<br />

L<br />

uigi Gaggero propone l’8 maggio a Venezia per il<br />

Festival Pas-E, “Nuovi Madrigali Italiani”, alla testa<br />

dell’ensemble La Dolce Maniera, la prima di Fuga ante<br />

mortem per soprano, contralto, baritono e tre voci parlanti<br />

su testo di Karl Kraus. Spiega l’Autore: «È un brano tratto<br />

dalla mia opera Limbus-Limbo, di cui costituisce l’epilogo<br />

della sesta scena. Il testo, un aforisma di Karl Kraus (da<br />

Pro domo et mundo, 1912), recita semplicemente: “Esiste<br />

una vita prima della morte?”, ponendo con la forza del<br />

paradosso un quesito fondamentale, dalla valenza<br />

filosofica, religiosa, scientifica e sociale. La vita, vale la<br />

pena di essere vissuta? E come, allora? La musica – un<br />

fugato perpetuo a sei voci e sei diverse lingue in un<br />

improbabile stile barocco su un soggetto improbabilmente<br />

seriale – s’incarica di declinare l’universalità di questa<br />

domanda con una comicità leggera, vagamente stralunata<br />

e corrosiva, dissonante rispetto alla dimensione<br />

meditativa di questo momento corale dell’opera, allo<br />

scopo di sottolineare la disproporzione che intercorre tra<br />

la serietà del proposito e l’inadeguatezza delle risposte<br />

che il genere umano ha saputo darvi nel corso della<br />

storia. Tutto ciò, ovviamente, in rapporto alla vicenda<br />

fantasiosamente raccontata dall’opera, che vede alcuni<br />

personaggi storici costretti ad abbandonare le “comodità”<br />

di una vita perennemente in attesa di un destino finale a<br />

Giovanni Verrando<br />

Due fasi a confronto<br />

E<br />

sce in Francia il 12 febbraio per la casa discografica<br />

Æon il Cd monografico Dulle Griet, che propone i lavori<br />

da camera, per solisti e per strumenti elettrici composti<br />

da Giovanni Verrando tra il 2000 ed il 2010,<br />

nell’interpretazione dell’Mdi Ensemble e di RepertorioZero,<br />

sotto la direzione di Pierre-André Valade. Scrive Pierre<br />

Michel nelle note del Cd: «Giovanni Verrando è uno dei<br />

compositori importanti della nostra epoca. Dopo un Cd<br />

interamente consacrato alla sua produzione orchestrale<br />

(Orchestral Works, Orchestra Sinfonica Nazionale della<br />

Rai, dir. Pierre-André Valade, Stradivarius 2008), il<br />

presente Cd affronta i piccoli ensemble e i solisti<br />

attraverso opere appartenenti a quelle che il compositore<br />

definisce le sue “due fasi”. Infatti fino al 2005 la sua<br />

musica si è sviluppata attraverso campi armonici (Sottile,<br />

Il ruvido dettaglio celebrato da Aby Warburg, i tre Quartetti<br />

d’archi); nella seconda fase, dopo quella data, egli ha<br />

concentrato le proprie ricerche sulla parte inarmonica dello<br />

spettro, sul rumore e sulle microproprietà del suono<br />

(Triptych, Memorial Art Show, Dulle Griet ), in relazione al<br />

suo testo teorico La nuova liuteria. Orchestrazione,<br />

grammatica, estetica». Oltre a Dulle Griet, traccia che dà il<br />

Riccardo Panfili<br />

Viandante al confine<br />

P<br />

rima esecuzione di Riccardo Panfili al Nikolaisaal di<br />

Potsdam: il 16 febbraio Antonello Manacorda dirige<br />

Alessio Allegrini e la Kammerakademie Potsdam in Out…<br />

per corno, percussioni e archi. Così il compositore<br />

presenta la nuova fatica: «Nel 1972 Vittorio De Seta firma<br />

un capolavoro d’indagine sociologica e d’intervento<br />

politico-culturale col documentario Diario di un Maestro:<br />

ci mostra la realtà quotidiana dei figli del sottoproletariato<br />

che vivono ai margini, o negli interstizi, delle società<br />

opulente; ci narra di un maestro che sfida l’inadeguatezza<br />

della scuola con un metodo pedagogico rivoluzionario.<br />

Durante una lezione il maestro invita a riflettere sul<br />

termine “benestante”. Con la naturale prontezza di chi non<br />

è ancora “adulterato”, un bambino trova immediatamente<br />

un’espressione folgorante per definire la propria classe<br />

sociale: i “malestanti”. Il pezzo è un omaggio ai<br />

“malestanti”, a quelli che la storia ha relegato ai margini.<br />

Agli esclusi, a quelli che il potere lo subiscono come un<br />

destino ridicolo e insensato. Il corno è il viandante, il<br />

proscritto. Entra in scena come un’incarnazione del<br />

seguito dell’abolizione papale del Limbo (realmente<br />

intercorsa nel 2007)». Di Stefano Gervasoni è possibile<br />

ascoltare in questi primi mesi del 2013 Masques et Berg<br />

per violino e viola il 17 gennaio alla Palazzina Liberty di<br />

Milano per la rassegna dell’Associazione Musica/Realtà,<br />

nell’interpretazione dei Solisti dell’Ensemble Risognanze,<br />

Livio Troiano e Marco Fusi; Whisper Not per viola e live<br />

electronics il 20 marzo all’Auditorium Gruppo 24 Ore di<br />

Milano per la stagione “Rondò”, con la violista Maria<br />

Ronchini; Epicadenza per percussione solista, doppio trio<br />

e cimbalom il 23 marzo al CFA Concert Hall della Boston<br />

University, con Mike Williams e l’Ensemble Sound Icon<br />

diretti da Jeffrey Means; infine Godspell per<br />

mezzosoprano e nove strumenti, sempre a Milano e<br />

sempre per la stagione “Rondò”, il 2 maggio nella Sala<br />

conferenze del Museo del Novecento. L’etichetta<br />

Stradivarius ha pubblicato un Cd monografico dedicato a<br />

Gervasoni, Least Bee (STR 33780), interpretato da<br />

Sandro Gorli alla testa del Divertimento Ensemble, che<br />

comprende appunto Godspell, col mezzosoprano Sonia<br />

Turchetta nella parte vocale, e In nomine R per flauto,<br />

corno inglese, clarinetto, percussione, pianoforte e trio<br />

d’archi. Il Cd verrà presentato l’11 febbraio allo<br />

Showroom Fazioli di Milano.<br />

titolo all’intera raccolta, il Cd contiene il ciclo dei brani<br />

solistici First, Second e Third Born Unicorn, che vanno dal<br />

flauto amplificato al violino elettrico, il Quartetto n. 3 per<br />

archi, Il ruvido dettaglio celebrato da Aby Warburg e infine<br />

Triptych #2, composto espressamente per RepertorioZero.<br />

Negli altri paesi europei il Cd verrà pubblicato nei mesi di<br />

marzo e aprile, quando si renderà disponibile anche sulle<br />

principali piattaforme nel web. In questi mesi Giovanni<br />

Verrando sta portando a termine due commissioni per il<br />

2013, a cominciare da Multiplicity per quattro<br />

percussionisti e orchestra, commissionata da Kroumata e<br />

dalla Symphony Orchestra of NorrlandsOperan; la prima<br />

esecuzione è prevista in autunno. Nel medesimo periodo<br />

verrà presentato il secondo brano, Travelling icon on<br />

rabbit-skin glue per nove esecutori, commissione<br />

dell’Orchestra della Toscana per il Festival Play It!<br />

Si sta infine preparando la traduzione inglese, curata<br />

da Laura Davey, del volume La nuova liuteria.<br />

Orchestrazione, grammatica, estetica, che uscirà nella<br />

primavera 2013, in collaborazione con il Dipartimento di<br />

Ricerca del Conservatorio della Svizzera Italiana di<br />

Lugano.<br />

diverso, dell’alterità, del margine. Racconta la sua storia,<br />

che non appartiene alla Storia. Racconta il suo viaggio<br />

incessante. Per sparire nel margine e nell’oblio.<br />

Generazioni senza nome: Out… Il pezzo nasce come<br />

pezzo da concerto – o meglio come visione, sogno,<br />

rêverie – per corno e quattro percussioni: commissione dei<br />

Tetraktis Percussioni, ensemble con cui da anni ho<br />

intrecciato un fruttuoso sodalizio artistico. Su richiesta di<br />

Alessio Allegrini, ho riscritto il pezzo, rimodulandolo per<br />

corno, percussioni e archi. Non si tratta di una<br />

“trascrizione”, bensì di un ripensamento: intere sezioni<br />

sono state riscritte e molti passaggi modificati.<br />

Riguardando la partitura mi accorgo di aver evidenziato i<br />

margini, le zone di confine: le luci fioche che rischiarano le<br />

notti degli esuli e dei proscritti». Proprio i Tetraktis,<br />

coadiuvati dal clarinettista Alessandro Carbonare, hanno<br />

eseguito il 15 gennaio alla Sala Verdi del Conservatorio<br />

“G. Verdi” di Milano, per la stagione della Società del<br />

Quartetto, F for Fake per clarinetto e quartetto di<br />

percussioni.


Ennio Morricone<br />

Contrappunti e improvvisazioni<br />

R<br />

oberto Prosseda propone il 23 febbraio a Roma,<br />

nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza, per la<br />

rassegna dell’Istituzione Universitaria dei Concerti,<br />

la prima esecuzione assoluta di Studio IV bis per<br />

pedalpiano. Il pianista così introduce il progetto da lui<br />

promosso: «Chiamato anche “Pedalflügel” in Germania<br />

o “Pedalpiano” nei paesi anglofoni, il piano-pédalier è<br />

un pianoforte a cui è abbinata una pedaliera di tipo<br />

organistico, collegata a una seconda cordiera. Derivato<br />

dal clavicembalo con pedaliera, per il quale Bach ha<br />

composto le sei Sonate in trio BWV 525-530, il pianopédalier<br />

si diffuse nell’Ottocento soprattutto in Germania<br />

e Francia ed ebbe i maggiori sostenitori in compositori<br />

come Schumann, Liszt e Alkan. Il repertorio per pianopédalier,<br />

nonostante gli entusiasmi ottocenteschi,<br />

rimane tuttavia ancora molto ristretto. Per questo ho<br />

pensato di sollecitare alcuni compositori che stimo a<br />

scrivere nuovi brani per piano-pédalier. Tra i primi che<br />

hanno risposto al mio appello vi è Ennio Morricone, che<br />

nel 2011 ha composto lo Studio IV bis, brano che<br />

eseguirò in prima assoluta nell’ambito di un recital al<br />

piano-pédalier per l’Istituzione Universitaria dei<br />

Concerti. Si tratta di una composizione derivata dal<br />

preesistente Studio n. 4 per pianoforte di Morricone,<br />

caratterizzato da una limpida e serrata scrittura<br />

contrappuntistica abbinata ad accentuazioni sincopate<br />

da cui scaturiscono stimolanti sfasamenti metrici.<br />

Alla parte pianistica originale di questo Studio Ennio<br />

Morricone ha aggiunto una linea supplementare per la<br />

pedaliera, che ripropone il medesimo tema sincopato<br />

con valori raddoppiati. Ciò aggiunge alla trama<br />

Luca Antignani<br />

Verso l’idea<br />

P<br />

rima esecuzione assoluta il prossimo 26 aprile alla<br />

Salle Molière di Lione, con replica prevista al Musée<br />

Picasso di Parigi, per Étude sur “La vie” per cimbalom e<br />

ensemble, nell’interpretazione di Luigi Gaggero e<br />

dell’ensemble Les Temps Modernes. Così il<br />

compositore spiega il nuovo lavoro, «liberamente<br />

ispirato al dipinto La vie di Pablo Picasso, o per meglio<br />

dire ai suoi studi preparatori. Quello che più ha<br />

sollecitato la mia immaginazione è un abbozzo a<br />

inchiostro di china esposto al Musée Picasso di Parigi,<br />

nella cui stagione culturale il pezzo verrà ripreso.<br />

Il rapporto con un’opera d’arte visiva è sempre<br />

problematico: lungi dal ricercare un rapporto descrittivo<br />

con la tela, immagino di ripercorrere l’itinerario d’ordine<br />

procedurale che ha portato il pittore, in più tappe,<br />

all’esito finale dell’opera. Ciò che mi affascina, e che<br />

vorrei mettere in scena nel mio pezzo, è appunto<br />

questo percorso di avvicinamento progressivo all’idea,<br />

un cammino concettuale che implica molte correzioni e<br />

cambiamenti che procedono in parallelo con una presa<br />

di coscienza sempre più profonda dell’idea primigenia,<br />

quasi si trattasse di un’immagine che viene messa<br />

sempre più a fuoco nell’obiettivo d’una macchina<br />

fotografica. A confronto con gli schizzi citati, nella tela la<br />

figura prima appena abbozzata si rivela una donna con<br />

bambino, scompare il cavalletto, il braccio destro<br />

dell’uomo si nasconde dietro la donna, ecc. Si potrebbe<br />

stabilire una relazione con l’archetipo formale del tema<br />

con variazioni, ma solo a patto di considerare la<br />

variazione non come artificio decorativo bensì come<br />

una prospettiva generativa. Le ricomparse successive<br />

del soggetto seguono una logica assai ben individuata<br />

da Glenn Gould a proposito delle Variazioni Goldberg di<br />

Bach nel commento che “il tema non è terminale ma<br />

radiale, e le variazioni non percorrono una linea bensì<br />

una circonferenza”. Nel titolo del mio pezzo il concetto<br />

di studio è messo altrettanto in discussione: non si tratta<br />

infatti d’un lavoro su una o più tecniche strumentali,<br />

polifonica un colore più scuro, in virtù dell’ispessimento<br />

del registro grave, creando una maggiore “profondità di<br />

campo” nel disegno contrappuntistico». L’etichetta<br />

Stradivarius ha pubblicato un Cd monografico dedicato<br />

a Ennio Morricone, Lemma (STR 33876), interpretato<br />

da Rocco Parisi, clarinetto e clarinetto basso, Andrea<br />

Noferini, violoncello, Gabriele Rota, pianoforte, e dal<br />

Quartetto Noferini. L’album comprende un trittico di<br />

composizioni scritte da Ennio Morricone in<br />

collaborazione con il figlio Andrea – Lemma per due<br />

clarinetti e due pianoforti, Ipotesi e Traccia per clarinetto<br />

e pianoforte – e altre sette composizioni cameristiche:<br />

V Studio (Catalogo) per il piano-forte, Come un’onda<br />

per clarinetto basso, Riflessi, tre pezzi per violoncello,<br />

Vivo per trio d’archi, A L.P. 1928 per quartetto d’archi e<br />

Metamorfosi di Violetta per clarinetto e quartetto d’archi.<br />

Sui primi tre lavori (Lemma, Ipotesi e Traccia) si è<br />

espresso in questi termini Ennio Morricone: «Queste tre<br />

composizioni nascono da un’idea originalissima che, da<br />

informazioni avute, non ha riscontro nella pratica della<br />

composizione mondiale. Sono praticamente una strana<br />

improvvisazione scritta. Mi spiego: io e mio figlio Andrea<br />

(compositore e direttore d’orchestra) abbiamo composto<br />

senza consultarci ma fissando dei parametri<br />

condizionanti (velocità, tessitura degli strumenti, durata,<br />

dinamiche ecc. ecc.), io di un pezzo la parte di<br />

pianoforte e Andrea dello stesso pezzo la parte di<br />

clarinetto (Ipotesi). Di Traccia abbiamo invertito gli<br />

incarichi. […] Lemma è invece l’esecuzione simultanea<br />

di Ipotesi e Traccia con due clarinetti e due pianoforti».<br />

bensì di un percorso progressivo di conoscenza che<br />

instaura un rapporto analogico con gli schizzi di<br />

Picasso. Studio dunque come presa di coscienza,<br />

illuminazione di differenti punti di vista. Nell’organico<br />

particolare importanza va riservata al cimbalom: da<br />

diversi anni (nei Vier Lieder nach Bernhard e in The Pit<br />

and the Pendulum) mi rivolgo a quello strumento per<br />

creare universi sonori inediti, evocare atmosfere di<br />

matrice popolare e al tempo stesso allargare l’orizzonte<br />

organologico usuale: questo pezzo mi offre finalmente<br />

l’occasione di costruire attorno allo strumento un intero<br />

concerto da camera». Un’ulteriore prima esecuzione<br />

assoluta vede come protagonista sempre Luigi<br />

Gaggero, ma questa volta in veste di direttore del<br />

gruppo vocale La Dolce Maniera, che proporrà l’8<br />

maggio, nel contesto del Festival Pas-E di Venezia,<br />

Barche amorrate per cinque voci su testo di Dino<br />

Campana. Spiega l’Autore: «Barche amorrate è un<br />

colpo di vento. O ancor meglio, alcune tra le tante<br />

sfumature che un colpo di vento può rappresentare.<br />

Sono vele che “schioccano, frustano, si gonfiano”… e,<br />

in ultima analisi, “tesson e tesson lamento”. Il testo di<br />

Campana, ricco d’immagini e sottili artifici retorici quali<br />

anastrofi, paronomasie, tmesi chiasmiche e catacresi, è<br />

fortemente madrigalistico. La musica emerge con<br />

grande naturalezza dal materiale fonetico del poema,<br />

materiale che sintetizza in se stesso il senso più intimo<br />

delle parole. L’obiettivo ultimo è una sorta di<br />

cortocircuito suono-significato, peculiare a tutti i più<br />

antichi archetipi comunicativi». Sarà infine possibile<br />

ascoltare di Luca Antignani Nome - Non nome per<br />

pianoforte e sei voci soliste su poesie di Mario Luzi il 28<br />

aprile per Les Rencontres Contemporaines di Lione,<br />

con replica il giorno successivo 29 aprile alla sala<br />

Utopia I della Haute École de Musique de Lausanne<br />

(HEMU), nell’interpretazione della pianista Ancuza<br />

Aprodu e dell’Ensemble Six Voix Solistes diretto da<br />

Alain Goudard.<br />

Novità per il raro pedalpiano<br />

e Cd monografico dedicato<br />

al repertorio da camera<br />

Il percorso creativo di Picasso<br />

e una lirica di Dino Campana<br />

all’origine di due novità<br />

7


Importante progetto di proposta<br />

in concerto e in registrazione<br />

degli autori del catalogo C.A.M.<br />

Concerti e Masterclass a<br />

Lione, esecuzioni a Madrid<br />

e la registrazione di un<br />

importante ciclo vocale<br />

Le celebrazioni per i 40 anni<br />

della scomparsa culminano<br />

in un allestimento a Bologna<br />

8<br />

Enarmonia Mundi<br />

Dallo schermo alla sala<br />

D<br />

alla collaborazione tra Centro Musica Contemporanea<br />

e <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong>/SugarMusic è nato nel 2012 “Enarmonia<br />

Mundi”, ambizioso progetto di promozione musicale<br />

realizzato attraverso la creazione di un’area trasversale<br />

tra due settori della musica, tra la musica applicata alle<br />

immagini e la musica d’arte. Il progetto vede la presenza<br />

di autori noti al grande pubblico per le colonne sonore<br />

che hanno accompagnato pellicole indimenticabili, dei<br />

quali vengono presentati sia lavori appartenenti al mondo<br />

cinematografico sia lavori propriamente “da concerto”.<br />

L’esecuzione è affidata al New Made Ensemble, in<br />

residence presso il Centro Musica Contemporanea di<br />

Milano. Il New Made Ensemble eseguirà le partiture<br />

prescelte in orchestrazioni appositamente realizzate a<br />

cura della pianista e compositrice Rossella Spinosa,<br />

procedendo sia nell’attività di promozione dell’esecuzione<br />

dal vivo dei lavori stessi, sia nella registrazione dei<br />

programmi monografici. Il nuovo progetto è stato reso<br />

possibile grazie all’acquisizione da parte del Gruppo<br />

Luis de Pablo<br />

Il Maestro a Lione<br />

S<br />

erie di esecuzioni per Luis de Pablo nei primi mesi del<br />

2013. Il 21 gennaio l’Auditorio del Museo Nacional<br />

Centro de Arte Reina Sofía di Madrid ha proposto<br />

Federico Mompou in memoriam per violino, violoncello e<br />

pianoforte nell’interpretazione del Grupo Cosmos 21;<br />

la medesima sala ospiterà il 4 marzo il Grupo Sax-<br />

Ensemble diretto da José Luis Temes in Ouverture à la<br />

française per flauti e saxofoni, Fandango per quartetto di<br />

saxofoni e Corola per quattro saxofoni, pianoforte e<br />

timpani. Il Conservatoire National Supérieur Musique<br />

et Danse di Lione dedica a Luis de Pablo una<br />

manifestazione articolata in due concerti, tra cui un<br />

monografico, e una masterclass: il 16 aprile l’Instituto<br />

Cervantes di Lione ospita, nel quadro di MusiqEurope,<br />

un “Atelier/concert autour des pièces solistes de Luis de<br />

Pablo”, che prevede l’esecuzione, da parte dei Solisti<br />

dell’Atelier XX-21, di Monologo per viola sola, Monos y<br />

liebres per clarinetto basso e marimba, e Per violino per<br />

violino solo; nello stesso giorno, alla sera, Fabrice Pierre<br />

dirige l’Atelier XX-21 in Razón dormida per quattordici<br />

esecutori alla Salle Varèse del Conservatoire National<br />

Supérieur Musique et Danse, dove il giorno dopo, 17<br />

aprile, si terrà la Masterclass di Luis de Pablo con gli<br />

studenti del dipartimento di composizione dello stesso<br />

Bruno Maderna<br />

40 anni dopo<br />

N<br />

el quarantennale della scomparsa di Maderna,<br />

il Teatro Comunale di Bolognapropone in versione<br />

semiscenica Don Perlimplin, ovvero Il trionfo dell’amore<br />

e dell’immaginazione, opera radiofonica in un atto dalla<br />

commedia di Federico García Lorca. Precursore dello<br />

strutturalismo con Stockhausen e Boulez, Maderna lega<br />

il suo nome alla creazione dello Studio di Fonologia<br />

della Rai di Milano nel 1955, tra i principali centri europei<br />

di ricerca, sperimentazione e produzione musicale.<br />

A quell’epoca e a quell’esperienza è legato Don<br />

Perlimplin, del 1962, che nasce per la radio e s’ispira a<br />

una favola dialogata di García Lorca. Precede le recite<br />

del 3 e 4 maggio al Teatro Comunale un’anteprima il 2<br />

maggio al Teatro Rossini di Lugo di Romagna. Marco<br />

Angius dirige l’Orchestra del Teatro Comunale, Sonia<br />

Bergamasco (Belisa), Susy Blady (Marcolfa) e Patrizio<br />

Roversi (Il Narratore), mentre Francesco Giomi si<br />

occupa dell’elaborazione digitale e della regia del suono.<br />

Le altre attività celebrative in programma a Bologna a<br />

cura dell’Archivio Maderna comprendono: il 2 maggio,<br />

presso il Dipartimento delle Arti visive, performative e<br />

mediali dell’Università di Bologna, un incontro di studi su<br />

Maderna e gli anni Cinquanta coordinato da Mario<br />

Sugar del prestigioso catalogo editoriale della C.A.M.<br />

(Creazioni Artistiche Musicali) e prevede tappe pluriennali<br />

di produzioni monografiche dedicate ai compositori del<br />

catalogo, al fine di consentire una conoscenza a tutto<br />

tondo della musica di quegli artisti. Il calendario del<br />

progetto, ancora in via di definizione, contempla al<br />

momento due concerti tra maggio e giugno e altri tre tra<br />

settembre e ottobre. I programmi previsti includono un<br />

ritratto di Ennio Morricone, con musiche dai film Stanno<br />

tutti bene, I Malamondo, Il clan dei siciliani, L’eredità<br />

Ferramonti e pagine di musica assoluta tra cui Rag in<br />

frantumi per pianoforte solo, Notturno e passacaglia nella<br />

versione per clarinetto, violino e pianoforte, e Geometrie<br />

ricercate per ensemble; un ritratto di Luis Bacalov, con<br />

musiche da Il postino, Il cielo cade, La tregua e alcune<br />

composizioni da camera; un ritratto di Fiorenzo Carpi, con<br />

musiche dalle Avventure di Pinocchio e il Concertino per<br />

violino e pianoforte.<br />

Conservatorio. Intanto è uscito, in allegato al numero di<br />

Ottobre 2012 della rivista di arte, musica e letteratura<br />

«Sibila», la registrazione integrale, nell’interpretazione<br />

dell’ensemble Les Jeunes Solistes diretto da Rachid<br />

Safir, di Romancero per due soprani, due contralti,<br />

due tenori, due bassi su testi medievali spagnoli da<br />

Romancero viejo, nelle parole del compositore<br />

«senz’altro la vetta della poesia popolare spagnola.<br />

I suoi temi sono vari e sottili, la lingua ricchissima,<br />

l’importanza documentaria incalcolabile, i valori poetici<br />

costanti. È noto come il ritmo della frase spagnola sia<br />

l’ottonario, il metro del romance. Sfrutta inoltre la rima<br />

assonanzata e altre peculiarità tecniche che producono<br />

una certa uniformità d’accento, memoria della sua<br />

origine, ovvero il canto e la parola declamata. Dopo molti<br />

anni di lavoro con forme poetiche più colte, desideravo<br />

spingermi alle radici della mia lingua. Questo ne è il<br />

risultato. Ho scelto deliberatamente i testi più noti. In essi<br />

stanno fianco a fianco la cronaca politica e la storia a tinte<br />

forti, il lamento personale e l’avvenimento fantastico.<br />

Varietà che si riflette nella musica. Ho evitato la<br />

descrizione, avendo di mira una lettura attualizzante di un<br />

testo senza tempo che durerà quanto durerà la lingua<br />

spagnola».<br />

Baroni, discussants Gian Mario Borio e Veniero<br />

Rizzardi, con presentazione di un nastro maderniano<br />

inedito, dopo un restauro effettuato dal Centro di<br />

Sonologia Computazionale dell’Università di Padova: si<br />

tratta di un montaggio di materiali in parte noti, in parte<br />

nuovi (Hyperion IV ) che il compositore aveva preparato<br />

in vista di un Premio Italia (1969) al quale aveva poi<br />

rinunciato a partecipare. Seguirà il 6 maggio la<br />

proiezione di documenti video e l’audizione di<br />

composizioni elettroniche. Infine un concerto sinfonico,<br />

l’8 maggio, al Teatro Comunale con l’Orchestra dell’ente<br />

diretta da Elia Andrea Corazza. Saranno eseguite<br />

Composizione n. 2 per orchestra, Amanda per orchestra<br />

da camera e le Cinque Danze per pianoforte a quattro<br />

mani di Franz Schubert nella trascrizione per orchestra<br />

di Bruno Maderna. Da segnalare in questo periodo due<br />

ulteriori esecuzioni: Widmung per violino solo viene<br />

proposto il 20 febbraio da Lorenzo Gorli all’Auditorium<br />

Gruppo 24 Ore di Milano, per la rassegna “Rondò” del<br />

Divertimento Ensemble, mentre Musica su due<br />

dimensioni per flauto e nastro magnetico sarà invece<br />

interpretato il 22 marzo da Roberto Fabbriciani al Sonic<br />

Fusion Festival di Salford.


Francesco Hoch<br />

Ripensare la grammatica<br />

N<br />

ato a Lugano il 14 febbraio 1943, Francesco Hoch<br />

compie settant’anni. Formatosi al Conservatorio<br />

“G. Verdi” di Milano, poi con Bussotti, Stockhausen<br />

e Ligeti, fregiato col primo premio al Concorso<br />

internazionale di composizione per orchestra<br />

“Angelicum” di Milano, ha visto il suo catalogo, forte<br />

d’un centinaio di opere, eseguito in tutto il mondo. Il 70°<br />

compleanno viene celebrato questa primavera in<br />

Svizzera da due diverse manifestazioni. Il 23 marzo la<br />

Stagione del Teatro Sociale di Bellinzona ospiterà un<br />

concerto monografico interpretato dai Cantori della<br />

Turrita diretti da Daniela Beltraminelli, e da Barbara<br />

Zanichelli, soprano, Massimiliano Pascucci, tenore,<br />

Piotr Nikiforoff e Denis Monighetti, violini, Lara<br />

Bergliaffa, flauto, Vittorio Bongiorno, oboe, Luciano<br />

Zampar, percussione, Manuela Bernasconi e Francesca<br />

Sproccati, danzatrici. Nell’occasione sarà eseguita una<br />

scelta di lavori che coprono oltre un quarantennio di<br />

attività del compositore: Solo - Annuncio per tenore e<br />

percussione, Agli spettatori per coro a quattro voci su<br />

testo del compositore, Duetti per soprano e tenore su<br />

testi di vari autori, Postludio degli spettatori per coro a<br />

dodici voci, in prima esecuzione assoluta, Musica - Luci<br />

- Danza per cinque strumenti, due voci e danza,<br />

Hommage - Omaggio all’amore per coro a tre voci, e<br />

Stra… dire per soprano e danza. In questi termini il<br />

compositore presenta il concerto che gli sarà dedicato:<br />

«Accanto alle varie manifestazioni che vengono<br />

realizzate per il mio anniversario nel 2013, ho voluto<br />

proporre anche un concerto originale per la Città di<br />

Bellinzona, con la quale possiedo un particolare e<br />

quarantennale legame musicale per merito del coro<br />

I Cantori della Turrita diretti dal maestro Eros<br />

Beltraminelli che nel 1974 mi aveva commissionato il<br />

brano Agli spettatori inserendolo stabilmente nel suo<br />

repertorio e che sarebbe stato in seguito portato in<br />

numerosi paesi del mondo e cantato da più generazioni<br />

di coristi fino ai nostri giorni. Questo concerto vuole<br />

festeggiare anche questo anniversario.<br />

I Cantori della Turrita, in questo programma che<br />

attraversa vari generi artistici – la musica, la poesia, la<br />

danza e l’uso dello spazio scenico –, oltre Agli spettatori<br />

e al brano Hommage - Omaggio all’amore<br />

(tratto dall’Opera sulla borsa valori, The Magic Ring) per<br />

la prima volta nella versione corale, presentano in prima<br />

assoluta anche il Postludio degli spettatori, composto su<br />

un argomento di stretta attualità e a loro dedicato.<br />

Alternandosi con i brani corali, i due cantanti solisti,<br />

Barbara Zanichelli e Massimiliano Pascucci, all’interno<br />

di azioni sceniche interpretano i cinque Duetti su testi di<br />

poeti ticinesi. Gli interventi delle danzatrici Manuela<br />

Bernasconi e Francesca Sproccati avvengono sia nella<br />

caleidoscopica Musica - Luci - Danza con l’ensemble<br />

vocale-strumentale dislocato in vari punti del teatro, sia<br />

nel giocoso e spumeggiante labirinto di parole di<br />

Stra… dire, cantato e recitato dal soprano solista».<br />

Così invece l’Autore introduce la novità che sarà<br />

eseguita da I Cantori della Turrita: «Quasi vent’anni<br />

Luciano Berio<br />

T<br />

re esecuzioni per Sequenza I per flauto: il 15 marzo a<br />

Salisburgo, alla Salzburg Biennale, nell’interpretazione<br />

di un solista dell’Ensemble L’Art Pour l’Art, e il 22<br />

marzo al Sonic Fusion Festival di Salford, con Roberto<br />

Fabbriciani, mentre il 20 gennaio scorso il pezzo è<br />

stato proposto da Lorenzo Missaglia alla Sala Fontana<br />

del Museo del Novecento di Milano, nel quadro del ciclo<br />

“Per Luciano Berio” della stagione “Rondò”, in<br />

occasione del decimo anniversario della scomparsa del<br />

compositore. Il medesimo ciclo ospita il 16 marzo<br />

dopo l’ottimistico Agli spettatori, che invitava a essere<br />

attivi nelle decisioni, Postludio degli spettatori riflette<br />

l’esperienza della storia intercorsa, che ha portato al<br />

pessimismo rispetto alle speranze della progettazione<br />

di una nuova società più democratica. Il testo<br />

dell’Autore, distribuito tra i dodici gruppi che<br />

compongono il coro, accenna ai vari problemi sociali,<br />

dalle schedature in massa avvenute in Svizzera, al<br />

listino della borsa, con applausi, fischi, marce funebri,<br />

per terminare con un grottesco “siamo liberi, cantiamo”.<br />

La partitura in parte grafica, a mo’ di caleidoscopio, si<br />

conclude con una melodia in notazione tradizionale,<br />

quasi impossibile da cantare nel registro più grave».<br />

Il 20 aprile sarà invece il paese di Savosa a rendere<br />

omaggio al compositore con la manifestazione intitolata<br />

“Risuona! Ca’ Gioiosa”, un evento dedicato dal Comune<br />

di Savosa ai 70 anni di Francesco Hoch che<br />

coinvolgerà tutte le Scuole Comunali: un’offerta di<br />

musiche recenti e di novità assolute, vocali e<br />

strumentali, composte per l’occasione da Francesco<br />

Hoch per un pubblico liberamente itinerante, che<br />

ospiterà anche un colloquio col compositore. Verranno<br />

eseguiti Musica per la Ca’ Gioiosa, sette composizioni<br />

per ragazzi per coro parlato, cantato, forbici, carta,<br />

motori, violino e violoncello, in prima esecuzione<br />

assoluta; l’azione musicale Sogno dall’Inaugurazione<br />

(da “Musica per l’Inaugurazione”: nove interventi su<br />

“Miniature” ), su testi di Francesco Hoch, Giorgio Hoch<br />

e Rocco Filippini tratti dal libro Ca’ Gioiosa; Su gentile<br />

invito, quattordici piccoli inviti dislocati nello spazio per<br />

violino e violoncello; Es ist Zeit per flauto solo. Ne<br />

saranno interpreti i Cori e gruppi strumentali di Allievi<br />

della Scuola elementare di Savosa preparati e diretti da<br />

Margherita Brazzola-Bruschetta, alcuni strumentisti<br />

Professori dell’Orchestra, del Coro e del Conservatorio<br />

della Svizzera Italiana, insieme al Duo Carlo e Anna<br />

Tomasone, violino e violoncello, Lara Bergliaffa, flauto,<br />

Piotr Nikiforoff e Denis Monighetti, violini, Massimiliano<br />

Pascucci, tenore, Luciano Zampar, percussione, e<br />

Barbara Misiewicz, violoncello. Di Musica per la Ca’<br />

Gioiosa, il compositore scrive: «I vari brani sono adatti<br />

anche ad allievi in età scolastica. Sono scritti con<br />

notazione grafica. In vario modo presentano la tematica<br />

musicale-compositiva attorno all’idea del rapporto tra<br />

ordine e disordine. Didatticamente ci si può porre il<br />

problema di quanto è ordinata una musica, di quanto è<br />

ordinato il mondo circostante, di quanto siamo ordinati<br />

o disordinati noi, di quando incomincia un ordine e di<br />

quando incomincia un disordine. Ordine e disordine<br />

si mescolano continuamente a vari livelli. Queste<br />

composizioni, scritte appositamente per la<br />

manifestazione proposta dal Comune di Savosa in<br />

occasione del mio 70° compleanno, sono dedicate alla<br />

maestra Margherita Brazzola-Bruschetta che ha accolto<br />

subito con entusiasmo l’idea di eseguirle in prima<br />

assoluta con i suoi Allievi della Scuola elementare di<br />

Savosa, durante la serata che ho intitolato Musica per<br />

la Ca’ Gioiosa».<br />

Mutazioni e Perspectives per nastro magnetico, alla<br />

Sala della Balla del Castello Sforzesco, il 13 aprile<br />

Thema (Omaggio a Joyce) per nastro magnetico, nella<br />

medesima sede, e il 21 aprile Cinque variazioni per<br />

pianoforte al Museo del Novecento. Il 7 marzo, infine,<br />

Pietro Borgonovo dirigerà l’Ensemble dell’Orchestra<br />

del Teatro dell’Opera di Roma nella Serenata per flauto<br />

e 14 strumenti nella Sala Accademica del Conservatorio<br />

di Santa Cecilia per i Concerti da Camera del Teatro<br />

dell’Opera di Roma.<br />

La Svizzera italiana celebra i 70 anni<br />

del compositore con un concerto<br />

monografico e un evento che<br />

coinvolge un intero paese<br />

Giorgio Gaslini<br />

Recital Songbook, sedici<br />

canzoni su testi dell’autore per<br />

voce femminile e sei strumenti,<br />

è in programma il 3 febbraio<br />

all’Auditorium Celesti di<br />

Desenzano, per il V Festival del<br />

Ned Ensemble nella Stagione<br />

Concertistica “Città di<br />

Desenzano”. Andrea Mannucci<br />

vi dirige Laura Conti e il Ned<br />

Ensemble.<br />

La lirica di Mario Luzi<br />

accompagna e ispira la ricerca<br />

di confine cara al compositore<br />

9


Vittorio Montalti<br />

Commissione della<br />

Verona Opera Academy<br />

e una prima pianistica<br />

Franco Venturini ha eseguito<br />

Don’t Shoot The Piano Players<br />

per pianoforte solo il 4 gennaio<br />

alle Torri dell’Acqua di Budrio,<br />

per la Fondazione Cocchi,<br />

limitatamente ai movimenti<br />

II. Keith e III. Friedrich, e in<br />

versione integrale il 18 gennaio<br />

all’Istituto Italiano di Cultura di<br />

Parigi.<br />

10<br />

Pasquale Corrado<br />

Maschere tragiche del potere<br />

L<br />

a Verona Opera Academy, nell’ambito del progetto<br />

OperaNova sostenuto dalla Fondazione Arena di Verona,<br />

ha commissionato a Pasquale Corrado l’opera in un<br />

prologo e otto scene Mr. Macbeth su libretto di Julio<br />

Garcia-Clavijo. L’opera sarà messa in scena nella<br />

prossima stagione al Teatro Filarmonico di Verona con la<br />

regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, la scenografia<br />

di Alessandro Turoni e i costumi di Giulia Giannino. La<br />

commissione rientra nel progetto di opere nuove tratte da<br />

soggetti verdiani nel bicentenario della nascita del<br />

compositore. Queste le motivazioni dell’Autore<br />

nell’affrontare il soggetto shakespeariano: «Ma chi è il<br />

Macbeth dei giorni nostri? Il “terrorismo” di oggi viene<br />

esercitato dai mercati finanziari, le multinazionali di traffici<br />

loschi, le grandi industrie come quella farmaceutica e le<br />

agenzie di rating che determinano con i loro<br />

declassamenti e promozioni le sorti di intere nazioni.<br />

Ora alla guerra si gioca con armi che uccidono con<br />

maggior sottigliezza e maggior efficacia. Poi c’è<br />

l’oscurantismo, l’assenza di spiegazioni da parte dei<br />

circoli del potere, il controllo della popolazione attraverso<br />

inganni contorti, il sentire in continuazione che non può<br />

che essere così, che non ci sono alternative a questo<br />

sistema malato; non si intravede all’orizzonte nessuna<br />

foresta di Birnam a riportare il bene. Per di più, a volte,<br />

invece di fare avanzare questa metaforica foresta contro<br />

quelli che dovrebbero essere puniti, mettiamo il tappeto<br />

rosso sotto i loro piedi e li riconosciamo come eroi. Il<br />

regno scozzese di Shakespeare diventa, nel nostro<br />

progetto, una grande impresa. Si tratta di un’azienda non<br />

produttiva, cioè, di una macchina che moltiplica<br />

esponenzialmente il denaro che mal nutre e gonfia il<br />

nostro sistema economico. Duncan è il presidente<br />

dell’azienda; la corte dei nobili, il consiglio di<br />

amministrazione; Macbeth e Banquo giovani finanzieri<br />

rampanti; Lady la segretaria del capo; e le streghe,<br />

composte da una sorta di coro, sono sempre in mezzo a<br />

loro, figure “casuali” che non rappresentano il male in sé<br />

ma che vengono utilizzate da Macbeth di volta in volta<br />

per dare voce a quelli che sono i suoi desideri nascosti.<br />

L’intento è di mostrare attraverso la metafora economica<br />

la distruzione delle relazioni intime, d’amore e d’amicizia<br />

e soprattutto di quella con se stessi. Da ciò deriva la<br />

concentrazione su pochi personaggi – Duncan, padre<br />

padrone, Macbeth e Banquo amici fraterni – e sulla storia<br />

d’amore tra Lady e Macbeth. Duncan è un self made<br />

man, con i suoi personali valori: crede negli “uomini” che<br />

si è coltivato, ha un’etica aziendale, ed è monco di altri: è<br />

un po’ laido, ama le donne, il denaro, è egotico; un padre<br />

putativo che stima i suoi finanzieri e si fida di loro, un<br />

amore vanesio e condizionato, non intende infatti lasciare<br />

il suo incarico a nessuno. Banquo lavora come Macbeth<br />

alla Duncan Company da almeno 15 anni, i due sono stati<br />

scelti da giovanissimi e sono paritetici nella gerarchia<br />

Christophe Bertrand<br />

Il Festival UltraSchall di Berlino ha ospitato il 18 gennaio<br />

il Kammerensemble Neue Musik Berlin in Hendeka per<br />

flauto, violino, viola, violoncello e pianoforte; il 19<br />

gennaio l’Ensemble Linea diretto da Jean-Philippe Wurtz<br />

in Satka per flauto, clarinetto, violino, violoncello,<br />

pianoforte e percussione, entrambi alla St. Elisabeth-<br />

Kirche; il 20 gennaio l’Arditti String Quartet in Quatuor II<br />

per quartetto d’archi al Theater der Universität der<br />

Michele dall’Ongaro<br />

Il pianista Aldo Orvieto e l’Orchestra di Padova e del<br />

Veneto hanno in programma nel mese di aprile la<br />

registrazione di La primavera per pianoforte e orchestra<br />

d’archi, Freddo per violino, violoncello, pianoforte e<br />

orchestra, e Checkpoint per orchestra, in previsione della<br />

pubblicazione di un Cd monografico. Una novità di<br />

Michele dall’Ongaro, un Concerto per pianoforte e<br />

orchestra scritto per il solista Maurizio Baglini, sarà<br />

aziendale. Non esistono protagonista e antagonista nel<br />

senso che non crediamo nel buono e nel cattivo,<br />

semplicemente, nel momento in cui si sviluppa la storia,<br />

le circostanze come costellazioni si sono allineate a<br />

favore di Macbeth. Di Lady ci interessa la demolizione di<br />

una storia d’amore, un rapporto di coppia a un bivio, in<br />

cui Lady non è più disposta a sottostare alle dinamiche di<br />

una relazione clandestina e a subire il maschilismo del<br />

“vecchio porco”. La loro relazione, al principio solida, una<br />

volta pubblica approda alla sua distruzione,<br />

probabilmente proprio per il modo in cui è stata<br />

legittimata. Macbeth è un cavallo di razza che salva<br />

l’azienda con la sua genialità e che si lascia vincere<br />

dall’ambizione. Mostriamo il percorso di autodistruzione di<br />

un uomo che inizia la sua carriera felicemente e che si<br />

trasforma in una mela marcia dalla pelle perfetta,<br />

condannato a non poter più dormire, vittima del suo<br />

successo. Il nostro Macbeth avrebbe commesso<br />

ugualmente gli omicidi al di là delle streghe e di Lady,<br />

perché avrebbe incontrato l’appoggio di qualche altro<br />

segno o referente. L’intervento delle “streghe” e la<br />

sollecitazione di Lady sono qui solo interpretazioni<br />

cercate o provocate da lui per annullare il suo senso di<br />

colpa per ciò che già desidera da tempo. Le nostre<br />

streghe sono dentro Macbeth, che ascolta dei segni e li<br />

decodifica a suo piacimento. Non per questo vanno<br />

sminuite, tanto meno le “predizioni” che Macbeth stesso<br />

ricava dalle loro parole devono essere meno potenti.<br />

Le circostanze ci aiuteranno a portare avanti la storia di<br />

forma polivalente: come narratori, come comparse o<br />

come rappresentanti del quotidiano». Il 12 febbraio<br />

Alfonso Alberti presenta in prima esecuzione assoluta al<br />

Conservatorio “G. Verdi” di Milano, per l’Associazione<br />

Musica/Realtà, Dactylos per pianoforte. Così lo descrive il<br />

suo Autore: «Dactylos è come un pianoforte che suona<br />

parole. Parole incontenibili, sfuggenti, velocissime.<br />

Il brano scorre inarrestabile fino quasi a guizzare sotto le<br />

dita del pianista. Segni e simboli che diventano suoni<br />

meccanici, ossessivi, martellanti. Costruito secondo uno<br />

schema ritmico pulsante, il brano prende forma anche<br />

attraverso un’attenta gestualità esecutiva. Dactylos è la<br />

rappresentazione musicale di un corpo umano in azione<br />

nello spazio come un’opera d’arte divisa tra le tenaglie<br />

della materia e l’agilità dell’astrazione. Il brano<br />

contrappone la compostezza del corpo alla frenesia della<br />

narrazione, trovando il punto di contatto tra questi due<br />

universi nella rapida ma composta gestualità della<br />

digitazione delle noteparole. Dactylos esplora la tensione<br />

della “calma apparente”, territorio dove la forza del<br />

carattere si oppone ai vincoli dello spazio, facendo<br />

apparire quieto un animo in tempesta». È stato infine<br />

possibile ascoltare Wam per tromba e elettronica il 25<br />

gennaio al Soho di Copenhagen, nell’interpretazione di<br />

Jonas Wiik.<br />

Künste. Okhtor per orchestra è invece in cartellone il<br />

1° febbraio a Colonia, alla Kölner Philharmonie, per la<br />

rassegna Musik der Zeit nell’interpretazione del WDR<br />

Sinfonieorchester Köln diretto da Emilio Pomarico.<br />

Virya per flauto, clarinetto, pianoforte e percussione è<br />

infine programmato per il 21 febbraio nell’esecuzione<br />

del Mangalam! Trio al Palais de Beaux Arts di Bruxelles,<br />

nel quadro della rassegna “Ictus Zone”.<br />

proposta in prima assoluta al Teatro Dal Verme di Milano<br />

il 9 maggio, con replica l’11 maggio, dall’Orchestra<br />

I Pomeriggi Musicali, committente del lavoro, sotto la<br />

direzione di Fabien Gabel. Il Presidente della Repubblica<br />

Giorgio Napolitano, Capo dell’Ordine al Merito della<br />

Repubblica Italiana, ha conferito al compositore Michele<br />

dall’Ongaro l’onorificenza di Cavaliere.


Valerio Sannicandro<br />

Dar voce al respiro<br />

La conclusione della residenza di Valerio Sannicandro<br />

presso il Philharmonisches Orchester Cottbus<br />

è coronata da un dittico di prime<br />

esecuzioni assolute allo Staatstheater<br />

Cottbus: l’11 e il 13 gennaio Marc<br />

Niemann ha diretto la compagine<br />

committente in Windströme; il 22 e il 24<br />

febbraio Evan Christ la guiderà in<br />

Seelenströme, entrambi per orchestra.<br />

Così il compositore presenta il dittico,<br />

«composto da due brevi (ca. 7 minuti<br />

l’uno) ma estremamente caratterizzati<br />

lavori per orchestra. Sulla scia dell’idea<br />

di una composizione musicale che<br />

trascenda il semplice hic et nunc (come<br />

in Ius Lucis) questi due pezzi nascono<br />

quasi come un esperimento: potrò in<br />

futuro, grazie alle tecniche dell’elettronica musicale,<br />

creare tra due orchestre fra loro distanti che suonano in<br />

sincrono ognuna uno dei due pezzi, una terza<br />

composizione che combina e reinterpreta gli elementi<br />

musicali in una differente prospettiva musicale? Per<br />

adesso però posso solo descrivere le connotazioni<br />

precise di queste due idee musicali: il primo dei due<br />

(Windströme) presenta sonorità che ricordano il vento<br />

(con pochissime altezze riconoscibili), il secondo<br />

(Seelenströme) è fatto di linee melodiche microtonali e<br />

fittissime, spesso frammentate, che si aggregano e si<br />

diradano sempre in ppp. Fedele all’idea antica che<br />

l’anima sia identificabile col respiro, la concezione di<br />

questo dittico con la sua capacità d’introspezione<br />

dell’apparato orchestrale sposta l’accento espressivo<br />

su una dimensione antiretorica (pochissime impennate<br />

dinamiche, una distesa di particelle in movimenti<br />

microscopici e in modo uniforme al limite dell’udibile),<br />

si fissa su un’idea, su uno spazio ma anche su una<br />

moltitudine di tempi. Questi due lavori possono essere<br />

eseguiti separatamente, successivamente o addirittura<br />

(disponendo della tecnica necessaria) da due orchestre<br />

che suonano sincronizzate da un click-track per i due<br />

rispettivi direttori. Il carattere enigmatico del primo<br />

pezzo, costituito quasi esclusivamente da suoni<br />

soffiati o fruscii, provoca immediatamente<br />

un’immagine alquanto descrittiva. Messo però<br />

in correlazione con il suo pezzo gemello nuove<br />

prospettive e nuovi complessi sonori vengono<br />

alla luce: elementi (cellule melodiche per<br />

esempio) in comune, corrispondenze<br />

contrappuntistiche e relazioni tra masse sonore<br />

sono sublimate da una dinamica che resta, in<br />

generale, sempre tra il pp e il ppp. Il suono<br />

(soffiato) del flauto solista, amplificato da un<br />

microfono, viene proiettato all’estremità della<br />

sala, dando l’impressione, ancora, di uno<br />

spazio esteso, senza peso. Ed è questa<br />

immaterialità, confrontata però con il tutti<br />

orchestrale, che dona una sensazione di sospensione,<br />

dove l’estrema condensazione del suono strumentale<br />

dell’orchestra si confronta con la leggerezza e la<br />

rarefazione. Se in Windströme i suoni soffiati che<br />

imitavano il vento proponevano un’immagine<br />

naturalistica e quasi descrittiva, in Seelenströme sono<br />

le interferenze tra microtoni il vero protagonista.<br />

Le sottili vibrazioni date da un continuo pulsare di<br />

movimenti ritmicamente semplici ma molto serrati che<br />

restano generalmente nella dinamica del più piano<br />

possibile, determinano un paesaggio sonoro<br />

estremamente irreale. In questa cornice, però, due<br />

elementi delineati da una fisionomia riconoscibile<br />

affiorano: da una parte il suono del corno inglese<br />

(strumento che nel repertorio classico-romantico<br />

incarna un tipo di canto che definirei come intimista),<br />

dall’altro le percussioni che suonano delle pietre (un<br />

suono che rimanda a un certo naturalismo o se<br />

vogliamo a un simbolo) raccolte su una spiaggia, che<br />

rimane il mio luogo preferito di riflessione e<br />

meditazione».<br />

Andrea Manzoli<br />

Un personaggio multiforme<br />

Andrea Manzoli parteciperà al progetto NovOpera<br />

promosso dalla Verona Opera Academy e dalla<br />

Fondazione Arena di Verona con l’opera in due episodi<br />

Falstaff - La serie su libretto di Carlo Giuseppe<br />

Gabardini. Il nuovo lavoro teatrale<br />

sarà allestito nella prossima stagione<br />

al Teatro Filarmonico di Verona, con<br />

la regia di Francesco Marchesi, la<br />

scenografia di Federica Parolini e<br />

Matteo Martini, e i costumi di<br />

Stefania Barreca. La commissione<br />

rientra nel progetto di opere nuove<br />

tratte da soggetti verdiani nel<br />

bicentenario della nascita del<br />

compositore. Il lavoro, formato da<br />

due episodi di 35 minuti ciascuno, è<br />

ambientato nella “Locanda della<br />

landa locale”, in un medioevo “fantasy” che è in realtà<br />

un’epoca senza tempo. L’intreccio, che richiede sei<br />

interpreti, ruota attorno alla locanda dove Falstaff vive<br />

ormai da anni: tutti i personaggi lo conoscono, ne<br />

subiscono gli scherzi e nutrono un grande affetto<br />

verso di lui. Le vicende si dipanano in diversi momenti<br />

divertenti, in cui Falstaff con la sua arguzia riesce<br />

a gabbare i propri interlocutori in maniera<br />

meravigliosamente maieutica. E tuttavia il protagonista<br />

nasconde qualcosa di angosciante che ritorna dal suo<br />

passato. Così Manzoli ha interpretato il soggetto:<br />

«Falstaff è uno dei principali personaggi<br />

shakespeariani. Le sue vicende sono narrate in più<br />

drammi di qualsiasi altro personaggio e rimane come<br />

uno dei più avvincenti caratteri del Bardo. Questa sua<br />

serialità porta allo sviluppo della forma narrativa<br />

utilizzata. Solo un altro personaggio, come sostengono<br />

numerosi studiosi da Harold Bloom a Northrop Frye, è<br />

al pari di Falstaff per presenza, acume,<br />

intelligenza e arguzia: Amleto. Un filo<br />

rosso sembra collegare questi due<br />

personaggi: Amleto è un giovane<br />

brillantissimo angosciato dalle tremende<br />

vicende familiari, mentre Falstaff è ormai<br />

un uomo adulto che, probabilmente per<br />

staccarsi da un passato angoscioso, usa<br />

l’ironia e la maieutica come propria cifra<br />

e chiave di lettura del mondo. Studiando<br />

Shakespeare, questi personaggi<br />

sembrano maturare un rapporto sempre<br />

più stretto, tendono a fondersi, a essere<br />

l’uno l’evoluzione dell’altro. Come ha detto qualcuno:<br />

Falstaff è Amleto che non è mai tornato dall’Inghilterra.<br />

Questa evoluzione interpretativa e l’idea di fruibilità<br />

dell’opera accompagnano la creazione di questa che è<br />

un’opera sui generis. La forma narrativa adottata può<br />

essere definita come “Sit-Opera”: due episodi che<br />

ricordano le moderne serie televisive, con forma<br />

autoconclusiva, ma che al contempo contengono un<br />

teaser della puntata successiva, il tutto narrato<br />

musicalmente in forma operistica. Questa la sfida: unire<br />

due metodi narrativi estremamente distanti, che<br />

apportino al risultato finale l’eleganza, l’emozione e la<br />

profondità dell’opera unite alla fruibilità, alla brillantezza<br />

e alla complessa semplicità della serie televisiva».<br />

Si chiude con un doppio lavoro<br />

orchestrale la residenza presso il<br />

Philharmonisches Orchester Cottbus<br />

“Impulse”<br />

È uscito per l’etichetta Telos il<br />

doppio Cd Impulse (TLS 166)<br />

che comprende le registrazioni<br />

dal vivo di 24 prime esecuzioni<br />

assolute commissionate e<br />

interpretate dal<br />

Philarmonisches Orchester des<br />

Staatstheaters Cottbus nelle tre<br />

stagioni 2009/12, un progetto<br />

nato dall’iniziativa di Valerio<br />

Sannicandro durante il suo<br />

periodo di residenza presso la<br />

stessa orchestra. Tra questi<br />

lavori figurano Intra lumina per<br />

orchestra di Sannicandro,<br />

Seascapes per orchestra e<br />

spazio sonoro stereofonico di<br />

Nicola Sani, The Sinopia of<br />

Dulle Griet per orchestra<br />

amplificata di Giovanni<br />

Verrando, e Largo “en torno a<br />

una antigua canción popular”<br />

per orchestra di Luis de Pablo.<br />

Una “sit-opera” d’ispirazione<br />

intimamente shakesperiana<br />

per la Verona Opera Academy<br />

11


Prestigioso riconoscimento dal<br />

Messico, seminari in Italia e<br />

produzione multidisciplinare a<br />

San Francisco<br />

Metafore architettoniche<br />

all’origine di due novità a Radio<br />

France e Berlino e un madrigale<br />

su testo di Patrizia Valduga<br />

Ivan Vandor<br />

Il Quartetto Klimt propone il 23<br />

aprile al Teatro Verdi della<br />

Scuola Normale Superiore di<br />

Pisa, per I Concerti della<br />

Normale, il Klavierquartett per<br />

violino, viola, violoncello e<br />

pianoforte.<br />

12<br />

Javier Torres Maldonado<br />

Progetti e seminari<br />

N<br />

uova commissione per Javier Torres Maldonado,<br />

nominato per la terza volta membro del Sistema<br />

Nacional de Creadores de Arte da parte del Conaculta,<br />

il Consiglio Nazionale per la Cultura e le Arti del<br />

Messico, per il triennio 2013-15.<br />

Il progetto per i primi due anni consiste nella<br />

composizione di un pezzo per quartetto di saxofoni<br />

commissionato dal Sigma Project Quartet per il decimo<br />

anniversario d’attività, in coproduzione con il Festival<br />

Internazionale di San Sebastián e con il Conaculta. Il<br />

nuovo lavoro avrà la sua prima esecuzione<br />

all’Auditorium della Fondazione Gulbenkian. Dallo<br />

scorso settembre e fino al mese di febbraio Torres<br />

Maldonado è impegnato in attività seminariale al Centro<br />

per le Nuove Tecnologie (CNTM) presso i Kernelstudios<br />

di Milano con un seminario di composizione,<br />

composizione elettroacustica e orchestrazione<br />

computer-assistita dal titolo “Suono, virtualità,<br />

tecnologia e immaginazione: comporre la musica oggi”.<br />

Lo coadiuva il clarinettista Rocco Parisi del Dynamis<br />

Ensemble. L’11 ottobre scorso Torres Maldonado ha<br />

tenuto delle lezioni su Un posible día, quasi un<br />

radiodramma per soprano, attore, ensemble,<br />

sistema interattivo elettroacustico e video, e<br />

sull’orchestrazione computer-assistita nel contesto<br />

degli incontri di analisi e composizione promossi dal<br />

Conservatorio di Riva del Garda. Su Un posible día è<br />

disponibile un articolato approfondimento al link<br />

http://www.torresmaldonado.net/un_posible_dia.html.<br />

Tra le esecuzioni recenti e imminenti di musica di<br />

Javier Torres Maldonado si segnala innanzitutto<br />

Atlacualo, the Ceasing of Water, musica acusmatica<br />

per un’opera multidisciplinare, il 14 e 16 settembre<br />

2012 al CounterPULSE Theater di San Francisco<br />

nell’interpretazione del Navarrete x Kajiyama<br />

Experimental Dance and Theatre Company of San<br />

Francisco. L’opera è stata composta nel 2010 presso gli<br />

studi del GRAME di Lione. Nelle parole dell’Autore,<br />

Eric Maestri<br />

Geometrie sonore<br />

D<br />

ue i lavori nuovi di Eric Maestri nella primavera 2013.<br />

Tra aprile e maggio avrà luogo, nell’ambito del<br />

progetto “Alla Breve”, la registrazione e diffusione a<br />

Radio France di Tre case per clarinetto,<br />

pianoforte e trio d’archi, affidato<br />

all’Ensemble L’Instant Donné,<br />

in attesa della prima esecuzione in<br />

concerto, l’11 ottobre alla Biennale di<br />

Venezia. Spiega il compositore: «Tre Case<br />

è un titolo che vuole evocare una certa<br />

semplicità della visione degli elementi che<br />

compongono il discorso musicale, la sua<br />

grammatica e in particolare la sua sintassi.<br />

Se immaginiamo di vedere tre case da<br />

lontano in un panorama di campagna<br />

vedremmo tre profili e tre oggetti che tra di<br />

loro creano, senza alcuna necessità reale,<br />

pensata, una certa necessità per il semplice fatto di<br />

essere lì e di non potere essere altrimenti. Questa<br />

necessità non necessità, il caso che con il passare del<br />

tempo crea la necessità, è un fattore forte del mio<br />

processo creativo, forse il suo fulcro principale. Così le<br />

case sono cose sparse in un grande territorio che per<br />

puro caso, incoscienza, definiscono una storia. “Tre<br />

case” in una maniera dialettale può anche volere dire<br />

“qualche casa”, non sappiamo esattamente quante, ma<br />

non tante, come se il paesaggio fosse nella memoria<br />

ma non completamente chiaro e distinto». L’Ensemble<br />

Berlin Piano Percussion ha commissionato a Erik<br />

Maestri un nuovo lavoro, Four Walls per due pianoforti,<br />

due percussionisti e elettronica, che sarà presentato<br />

il prossimo autunno al Konzerthaus di Berlino.<br />

«Atlacualo reinterpreta l’antica mitologia e iconografia<br />

messicana per esplorare temi ecologici universali del<br />

nostro tempo, in particolare attorno all’acqua e al suo<br />

diritto.<br />

È un lavoro multidisciplinare che occupa l’intera serata<br />

e unisce danza, performance e arti visive, prodotto<br />

dell’incontro tra due artisti messicani che vivono a San<br />

Francisco, José Navarrete e Violeta Luna, e della loro<br />

collaborazione con l’artista ipermediale Ricardo Rivera,<br />

Javier Torres Maldonado e l’artista figurativa Lauren<br />

Elder, e con l’apporto del drammaturgo Roberto<br />

Varea». Il 19 ottobre 2012 il Festival Internacional<br />

Cervantino ha proposto al Salon del Consejo<br />

Universitario di Guanajuato, in Messico, Lacrymosa II<br />

per flauto, violino e pianoforte, nell’interpretazione<br />

dell’Ensemble Nuevo de Mexico: Wilfredo Terrazas,<br />

flauto, Ludwig Carrasco, violino, e Miguel Salmon del<br />

Real, pianoforte. Il 4 dicembre Fabrice Junger ha<br />

ripreso all’Espace Robert Martin di Lione il Primer libro<br />

del canto alado per ottavino, flauto in Sol, flauto e flauto<br />

basso. Espira I, Espira II per chitarra, pianoforte, violino<br />

e violoncello è stato eseguito da Vittoria Pagani,<br />

chitarra, Aleck Carratta, pianoforte, Momoko<br />

Kawamoto, violino, e Simon<br />

Thompson, violoncello, il 18<br />

gennaio, con replica il prossimo 15<br />

marzo, al Grosser Saal della<br />

Hochschule für Musik di Basilea.<br />

Infine, Tiento per violoncello solo e<br />

Alborada per saxofono soprano<br />

saranno proposti il 20 marzo alla<br />

Sala Silentium di Bologna<br />

rispettivamente da Nicola Baroni e<br />

Michele Selva. È uscita lo scorso<br />

dicembre, all’interno del Cd Musica mexicana para<br />

clarinete solo, vol. 3 (Cero Records, 821759510523),<br />

una nuova registrazione di Desde el instante per<br />

clarinetto, nell’interpretazione di Javier Binasco.<br />

Nelle parole di Maestri, «il titolo vuole significare l’idea<br />

della costruzione e della geometria. I quattro strumenti<br />

sono intorno a un altoparlante che fa da centro per<br />

un’elettronica da camera, o piuttosto da fulcro<br />

per una riflessione sulla proiezione e diffusione<br />

del suono. Si tratta di brani elettroacustici<br />

inseriti all’interno, in commento, contrasto,<br />

straniamento a suoni acustici conosciuti, come<br />

per esempio nella Symphonie Dechirée di<br />

Luc Ferrari o Déserts di Edgard Varèse.<br />

L’altoparlante è tutto, passe-partout per ogni<br />

tipo di timbro, sorgente anonima e velata,<br />

profondamente totemica. L’idea è che<br />

l’elettronica rappresenti l’evocazione del<br />

mistero del suono nella maniera più precisa,<br />

fenomenologica. Non è sorgente reale,<br />

rappresenta il suono producendolo come un<br />

idiofono, simulando la produzione di un suono come se<br />

la sorgente fosse nascosta all’interno di una scatola.<br />

L’elettronica, il pianoforte e le percussioni si trovano<br />

allora accomunati da questa produzione del suono per<br />

vibrazione percussiva di un corpo». Una terza prima<br />

verrà proposta a Venezia l’8 maggio, nel contesto del<br />

Festival Pas-E, “Nuovi Madrigali Italiani”, da Luigi<br />

Gaggero alla testa del gruppo vocale La Dolce Maniera,<br />

interpreti di Sto cadendo, ricado in me, scompaio... per<br />

quintetto vocale su testo di Patrizia Valduga. Di Eric<br />

Maestri sarà inoltre possibile ascoltare, il 28 aprile al<br />

Tenri Cultural Institute di New York, Autoritratto per trio<br />

d’archi e pianoforte, nell’interpretazione dell’Ensemble<br />

Open End.


Carmine Emanuele Cella<br />

Isole sonore<br />

L<br />

e <strong>Edizioni</strong> <strong>Suvini</strong> <strong>Zerboni</strong> inaugurano la<br />

collaborazione con Carmine Emanuele Cella,<br />

compositore, pianista e ricercatore nel campo delle<br />

relazioni tra musica e matematica.<br />

Formatosi al Conservatorio “G.<br />

Rossini” di Pesaro in pianoforte,<br />

musica elettronica e composizione,<br />

si è specializzato nel master in<br />

composizione presso l’Accademia di<br />

S. Cecilia sotto la guida di Azio<br />

Corghi. Dopo gli studi in filosofia<br />

all’Università di Urbino, ha<br />

conseguito il dottorato in logica<br />

matematica all’università di Bologna.<br />

Vincitore del 1° premio al Concorso<br />

“Egidio Carella” (2010) e del Premio<br />

“Petrassi” (2008), è stato finalista al<br />

premio internazionale Isang Yun (2011). Dal 2007 al<br />

2008 è stato ricercatore presso l’Ircam, dove si è<br />

occupato di problemi avanzati di sound indexing.<br />

Attualmente è composer in research presso lo stesso<br />

istituto. L’Auditorium San Fedele di Milano propone il 22<br />

aprile Improvviso statico per saxofono contralto e live<br />

electronics, nell’interpretazione del saxofonista Mario<br />

Marzi e dell’Autore al live electronics. La prima<br />

esecuzione assoluta del brano ha avuto luogo il 13<br />

ottobre 2012 alla Sala Accademica del Conservatorio<br />

S. Cecilia di Roma nell’ambito dell’EMUfest - Festival<br />

Internazionale di Musica Elettroacustica. Così il<br />

compositore descrive il lavoro: «Improvviso statico<br />

disegna uno spazio narrativo fatto di isole sonore che<br />

galleggiano in un mare di nebbia. Senza ragione<br />

apparente un’isola si avvicina, si allontana, scompare o<br />

riappare trasformata, in uno spazio irreale in cui le<br />

distanze sono interiori e le relazioni immaginarie. Ogni<br />

isola rappresenta un nastro di Moebius che viaggia dal<br />

dentro al fuori del suono in modo continuo; in ogni isola<br />

Federico Gardella<br />

Il silenzio e l’ascolto<br />

D<br />

ue le novità di Federico Gardella nella prima parte<br />

del 2013. Il 20 gennaio Akiko Kozato e Norio Sato<br />

hanno proposto al Nanko Sunset Hall di Osaka Mikro-<br />

Lieder ohne Worte per voce femminile e chitarra. Come<br />

spiega il compositore, questo lavoro<br />

«rappresenta il terzo momento di<br />

riflessione attorno all’universo del Lied,<br />

osservato nei suoi tratti più essenziali e<br />

microscopici; si tratta però, in questo<br />

caso, di canti senza parole in cui il testo<br />

è costituito da fonemi, frammenti di<br />

vocaboli immaginari, respiri e risa. Nella<br />

musica vocale, intesa come musica con<br />

un testo, la complessità della relazione<br />

tra musica e significato assume<br />

sfumature diverse rispetto a quanto<br />

avviene nell’ambito della musica<br />

strumentale: ho cercato allora di<br />

immaginare un territorio intermedio, una regione<br />

della vocalità in cui il significato della voce umana<br />

non fosse associato alla comprensione di un testo,<br />

ma venisse declinato nell’esperienza del suono e del<br />

suo ascolto». L’11 maggio spetterà invece al<br />

Quatuor Diotima presentare, al Casòn Hirschprunn<br />

di Magrè/Margreid, Esercizi di nubi per quartetto<br />

d’archi. Le ragioni della composizione sono proposte in<br />

questi termini dall’Autore: «Esercitarsi alle nubi significa<br />

esercitarsi a un elemento immateriale e multiforme:<br />

l’esercizio è, in questo senso, una pratica di ascolto<br />

prima di trasformarsi in una disciplina del gesto.<br />

È il silenzio prima dell’agire, è quella particolare<br />

disposizione muscolare che precede il movimento.<br />

L’esercizio non è quindi un allenamento, se ne discosta<br />

il saxofono e l’elettronica creano un’immagine sonora<br />

indissolubile, senza gerarchie, priorità e tempo. Il brano<br />

è dedicato a Enzo Filippetti e Giorgio Nottoli».<br />

Un’ulteriore prima esecuzione assoluta vede<br />

come protagonista Luigi Gaggero alla testa<br />

del gruppo vocale La Dolce Maniera, che<br />

presenterà l’8 maggio, nel contesto del<br />

Festival Pas-E di Venezia, Ali oscillano in<br />

fioco cielo, madrigale per quintetto vocale su<br />

testo di Salvatore Quasimodo. Spiega<br />

l’Autore: «Uno dei significati possibili della<br />

parola madrigale è quello di composizione “di<br />

lingua materna”. Anche se non è questa<br />

l’unica interpretazione, è certo che il rapporto<br />

con la lingua è fondamentale per il madrigale;<br />

un rapporto che, in ultima istanza, si misura<br />

sul significato delle parole e non sul puro<br />

suono in esse contenuto. Tale significato non può allora<br />

manifestarsi se non attraverso un pensiero armonico<br />

strettamente definito e attraverso un afflato figurativo di<br />

forte impatto. Il madrigale Ali oscillano in fioco cielo<br />

prende le mosse da versi di Quasimodo, parte della<br />

poesia Oboe sommerso: “Ali oscillano in fioco cielo, /<br />

labili: il cuore trasmigra / ed io son gerbido, / e i giorni<br />

una maceria”. Quello che colpisce, di questi versi, è il<br />

precipitare in essi racchiuso: da ali che oscillano in un<br />

fioco cielo si passa alle macerie, esempio unico di<br />

distruzione. Una caduta, appunto, è ciò che viene<br />

raccontato da questa breve composizione, dedicata a<br />

Luigi Gaggero e al suo ensemble». Carmine Emanuele<br />

Cella ha ricevuto una commissione congiunta dell’Ircam<br />

e di Radio France di un nuovo lavoro per orchestra e<br />

live electronics in programma il 7 giugno alla Salle<br />

Pleyel di Parigi nell’ambito del Festival ManiFeste:<br />

l’Orchestre Philharmonique de Radio France sarà<br />

diretta nell’occasione da Jukka-Pekka Saraste.<br />

per quella propensione al ripetere che lo avvicina alla<br />

definizione di rito. Esercitarsi a osservare le nubi, a<br />

indovinarne le forme, ad ascoltarne i mutamenti, per<br />

imparare a considerarle come una scrittura di cielo:<br />

sono questi i pensieri che mi hanno<br />

accompagnato nel comporre Esercizi di<br />

nubi, questo mio primo quartetto d’archi».<br />

Il 28 aprile sarà invece possibile ascoltare<br />

Im Freien zu Singen per sei voci femminili e<br />

pianoforte per i Rencontres Contemporaines<br />

di Lione, con replica il giorno successivo, 29<br />

aprile, alla Sala Utopia 1 della Haute Ecole<br />

de Musique de Lausanne (HEMU). Ne<br />

saranno interpreti l’Ensemble Six<br />

Voix Solistes diretto da Alain<br />

Goudard e la pianista Ancuza<br />

Aprodu. È uscito in questi mesi per<br />

l’etichetta Stradivarius il Cd<br />

monografico Livre d’arabesques<br />

(STR 33953), dedicato da Sandro<br />

Gorli e dal Divertimento Ensemble a<br />

Federico Gardella. L’album include<br />

Livre d’arabesques per oboe e<br />

ensemble, Estroso/Innerlich per<br />

violino, Im Freien zu spielen per clarinetto, violino,<br />

violoncello e pianoforte, Islands per violoncello e<br />

pianoforte, Tre studi sulla notte - Tre studi per riscoprire<br />

l’alba per pianoforte e Nebbiæ per ensemble. Il Cd –<br />

testimonianza dell’anno trascorso da Gardella come<br />

compositore in residenza nella passata stagione di<br />

Rondò 2012 del Divertimento Ensemble – verrà<br />

presentato l’11 febbraio allo Showroom Fazioli di<br />

Milano.<br />

Nuovo autore <strong>ESZ</strong>, formatosi<br />

con Corghi e all’Ircam, presenta<br />

nuovi lavori a Milano, Venezia<br />

e Parigi<br />

Sándor Veress<br />

Musica concertante per dodici<br />

archi è in cartellone alla Salle<br />

du Métropole di Losanna il 25<br />

marzo, con replica il 26,<br />

nell’interpretazione di Thomas<br />

Zehetmair alla testa<br />

dell’Orchestre de Chambre de<br />

Lausanne.<br />

Il primo quartetto d’archi,<br />

un’ulteriore novità in Giappone,<br />

un Cd monografico del<br />

Divertimento Ensemble<br />

Sandro Gorli<br />

José Ramón Encinar dirige il 23<br />

marzo al Musikene di San<br />

Sebastián l’Orquesta Musikene<br />

Pagina in On da a camera Delphic in Reed prima per oboe<br />

assoluta, e 17 strumenti.<br />

quasi un intermezzo<br />

13


Prima cameristica per una nuova<br />

rassegna cremonese dedicata<br />

alla musica del XXI secolo<br />

Esce la versione<br />

aggiornata di uno storico<br />

metodo per vibrafono<br />

Un manuale per strumenti a fiato<br />

pone alla base dell’intonazione<br />

la scala naturale<br />

14<br />

Luigi Manfrin<br />

Metafore sonore<br />

L’<br />

edizione inaugurale della rassegna “Prospettive<br />

sonore del XXI secolo”, promossa dalla Facoltà di<br />

Musicologia dell’Università di Pavia, propone il 25<br />

febbraio al Teatro Monteverdi di Cremona la prima<br />

esecuzione assoluta di Embodying Surfaces per<br />

chitarra elettrica e percussione, nell’interpretazione di<br />

Michele Sanna e Francesco Ciminiello. In questi termini<br />

spiega l’Autore la genesi del nuovo lavoro: «Questo<br />

brano prende spunto da una composizione precedente<br />

per chitarra elettrica sola, che viene ampliata sia dal<br />

punto di vista dell’organico strumentale, con l’aggiunta<br />

della percussione, sia per quanto riguarda<br />

l’elaborazione del materiale musicale. Vi sono almeno<br />

quattro metafore compositive che fungono da base.<br />

La prima è la risonanza e concerne lo spazio sonoro.<br />

Vi è una scordatura microfonica prevista per la chitarra<br />

elettrica. Così com’è concepita, questa scordatura<br />

consente la generazione di rispondenze deformate, con<br />

riferimento alla dislocazione di blocchi accordali disposti<br />

su diversi registri dello spazio sonoro; la risonanza,<br />

tuttavia, è estesa anche al gioco degli echi timbrici tra<br />

chitarra e strumenti percussivi. La seconda metafora è<br />

inerente all’organizzazione temporale della<br />

composizione, ossia al gioco calcolato degli impulsi<br />

ritmici energetici. Tali impulsi, nella fase iniziale del<br />

brano, generano brevi aggregati ritmici-timbrici separati<br />

Antonio Buonomo<br />

da piccole pause. Tuttavia gli impulsi ritmici sono subito<br />

inglobati nella continuità, fungono cioè da germi<br />

cristallini che riflettono virtualmente la durata continua<br />

del tempo. Con l’immagine del germe cristallino, preso<br />

a prestito da Deleuze, veniamo alla terza analogia, di<br />

natura chimica. Trattasi della diluizione cristallina<br />

relativa alla presenza di fasi intermedie, dette mesofasi,<br />

in cui sono compresenti caratteristiche dello stato solido<br />

e liquido. Questa metafora, dal punto di vista musicale,<br />

si riferisce alla formazione paradossale di aggregati<br />

timbrici che appaiono quasi scolpiti alla maniera di<br />

blocchi apparentemente solidi, ma che<br />

simultaneamente delineano, per emergenza interna,<br />

una continuità fluida e elastica del tempo musicale.<br />

Infine, vi è la metafora germinativa dell’intera<br />

composizione che, con allusione a Merleau-Ponty,<br />

potrei chiamare “carne” sonora. La “carne” è soprattutto<br />

la metafora della ricezione di forze altrimenti insonore<br />

che attraversano, dilatano, contraggono, premono,<br />

deformano direttamente il campo. La “carne” è sensibile<br />

all’energia elettrica del suono, la quale, in alcuni<br />

momenti prolungati, passa in primo piano. Ciò avviene,<br />

ad esempio, nei momenti in cui prevale la densità<br />

materica, il rumore prodotto dal contatto diretto con la<br />

costituzione elettrica-materiale della fonte sonora».<br />

Insegnare le percussioni oggi<br />

L<br />

e <strong>ESZ</strong> pubblicano di Antonio Buonomo, Il Vibrafono.<br />

Tecnica, melodia all’italiana, improvvisazione jazz, un<br />

metodo pratico complessivo per lo strumento,<br />

comprensivo di 38 studi, un brano per vibrafono solista<br />

e pianoforte, lezioni sulla tecnica fondamentale a 2 e a<br />

4 bacchette, studi a doppie note e ad accordi, lezioni di<br />

improvvisazione jazz. L’Autore spiega in questi termini<br />

le ragioni di questa sua fatica: «Ai primi del Novecento<br />

l’apprendimento delle percussioni era riservato soltanto<br />

ai “figli d’arte”, perché i vecchi maestri erano gelosi del<br />

loro sapere e difficilmente accettavano di rivelare ad<br />

estranei i loro “segreti” professionali. In quell’epoca non<br />

esistevano studi noiosi e antimusicali perché l’unico<br />

metodo conosciuto per tastiere, datato 1919, riportava<br />

soltanto trascrizioni di classici o brani orchestrali. Oggi<br />

le cose sono cambiate e di studi per vibrafono, xilofono<br />

o marimba ve ne sono fin troppi; per cui è necessario<br />

operare una scelta. Il termine studio, nella sua<br />

accezione musicale classica, racchiude i significati di<br />

applicazione tecnica, basata su regole ben precise,<br />

analisi e ricerca interpretativa: parametri che<br />

Sauro Berti<br />

Ritorno alla natura<br />

È<br />

uscito per le <strong>ESZ</strong> il manuale di Sauro Berti Tuning.<br />

Esercizi di intonazione per strumenti a fiato. Il lavoro,<br />

spiega l’Autore, muove «dal principio che de facto nella<br />

pratica di uno strumentista a fiato, arco o cantante, il<br />

sistema tendenzialmente usato è quello della “scala<br />

naturale”, dove l’intonazione di ogni singola nota,<br />

intervallo o accordo si basa sulla stretta relazione con<br />

la tonalità alla quale appartiene. Adottando l’intonazione<br />

basata sulla “scala naturale”, raramente tenuta nella<br />

giusta considerazione dagli strumentisti a fiato anche a<br />

causa del sedimentato temperamento equabile di tipo<br />

“pianistico”, ogni nota deve avere una diversa altezza in<br />

relazione al grado occupato nella tonalità pertinente.<br />

La scala naturale quindi non corrisponde esattamente<br />

ai dodici semitoni dello strumento. […] Gli esercizi<br />

andranno realizzati con l’ausilio di un “generatore di<br />

andrebbero sempre rispettati, quando si scrive per<br />

studenti in via di formazione. Gli studi della prima parte<br />

di questa raccolta, scritti in varie epoche da Aldo,<br />

Antonio e Carmine Buonomo, si possono considerare<br />

dei classici della melodia all’italiana perché hanno<br />

conservato nel tempo il loro valore didattico, senza<br />

nulla perdere a livello di godibilità. Per la loro tematicità<br />

tonale appaiono ancora utilissimi per la formazione<br />

dell’orecchio musicale, per lo sviluppo della lettura e<br />

per acquistare il controllo e il dominio della tonalità.<br />

La tecnica, riveduta e ampliata, gli studi a doppie note<br />

e quelli ad accordi, sono stati ripresi, in massima parte,<br />

dal metodo La tecnica del vibrafono di Aldo e Antonio<br />

Buonomo (Milano, 1969). In tale volume il cosiddetto<br />

“metodo esecutivo” era preceduto da alcune nozioni di<br />

armonia che, a distanza di tanti anni, non era il caso di<br />

riproporre. Anche perché tutto quello che serve, a livello<br />

di nozioni teoriche, è riportato in Sapere per suonare,<br />

teoria pratica della musica per strumentisti e cantanti<br />

(Milano, 2006)».<br />

suoni” (spesso integrato negli accordatori elettronici) al<br />

quale faremo suonare la fondamentale indicata all’inizio<br />

di ogni pagina. Utilizzando un auricolare avremo una<br />

precisa sensazione dei battimenti che, lasciandoci<br />

guidare dall’orecchio, dovremmo cercare di eliminare.<br />

Sarà importante avere l’auricolare solo in un orecchio<br />

per non perdere il contatto con il nostro suono e<br />

sbilanciare la nostra attenzione. […] Gli esercizi sono in<br />

tutte le tonalità e doppia chiave per essere facilmente<br />

utilizzati da tutti gli strumentisti e dovranno essere<br />

trasportati nell’intera estensione del proprio strumento.<br />

[…] Consiglio di dedicare a Tuning qualche minuto<br />

all’inizio di ogni giornata, dopo il riscaldamento, per<br />

tornarci un paio di minuti ogni mezz’ora. Controllando<br />

così che la nostra emissione proceda con regolarità<br />

miglioreremo sicuramente anche la qualità del suono».


Prime esecuzioni as<br />

Prime Prime esecuzioni assolute<br />

assolute<br />

FEBBRAIO<br />

Aureliano Cattaneo<br />

SELFPORTRAIT WITH ORCHESTRA<br />

per orchestra<br />

(Versione definitiva)<br />

Torino, Auditorium Rai, 8 febbraio<br />

Orchestra Sinfonica Nazionale della<br />

Rai<br />

dir.: Daniel Kawka<br />

Alessandro Solbiati<br />

MASQUES - VI movimento da:<br />

“Crescendo”<br />

Otto brevi brani in forma di studio<br />

per orchestra da camera<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 10 febbraio<br />

Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />

di Milano<br />

dir.: Daniele Parziani<br />

Pasquale Corrado<br />

DACTYLOS<br />

per pianoforte<br />

Milano, Associazione Musica/Realtà,<br />

Conservatorio di Milano, 12 febbraio<br />

Alfonso Alberti, pianoforte<br />

Riccardo Panfili<br />

OUT…<br />

per corno, percussioni e archi<br />

Potsdam, Nikolaisaal, 16 febbraio<br />

Alessio Allegrini, corno<br />

Kammerakademie Potsdam<br />

dir.: Antonello Manacorda<br />

Valerio Sannicandro<br />

SEELENSTRÖME<br />

per orchestra<br />

Cottbus, Staatstheater Cottbus,<br />

22 febbraio<br />

Philharmonisches Orchester Cottbus<br />

dir.: Evan Christ<br />

Ennio Morricone<br />

STUDIO IV bis<br />

per pedalpiano<br />

Roma, Istituzione Universitaria dei<br />

Concerti, Università La Sapienza, Aula<br />

Magna, 23 febbraio<br />

Roberto Prosseda, pianoforte<br />

Nicola Sani<br />

ASTRATTO II<br />

per violino e violoncello<br />

Nagoya (Giappone), Studio Haru, 23<br />

febbraio<br />

Solisti del Trio Musica QuLakoza:<br />

Rika Soukawa, violino<br />

Hikaru Sato, violoncello<br />

Luigi Manfrin<br />

EMBODYING SURFACES<br />

per chitarra elettrica e percussione<br />

Cremona, Teatro Monteverdi,<br />

25 febbraio<br />

Michele Sanna, chitarra elettrica<br />

Francesco Ciminiello, percussione<br />

MARZO<br />

Aureliano Cattaneo<br />

CANTO<br />

per ensemble<br />

(Versione definitiva)<br />

Salzburg, Salzburg Biennale,<br />

Musikpreis Salzburg, Stiftung<br />

Mozarteum, Großer Saal, 3 marzo<br />

Österreichisches Ensemble für Neue<br />

Musik<br />

dir.: Michel Galante<br />

Nicola Sani<br />

HALLUCINÉE DE LUMIÈRE PARMI<br />

LES OMBRES<br />

per oboe solo<br />

Pechino, Sala Poly, 10 marzo<br />

Arnaldo De Felice, oboe<br />

Marco Momi<br />

CINQUE NUDI<br />

per saxofono e stomp boxes<br />

Bruxelles, Festival Ars Musica,<br />

18 marzo<br />

Solista dell’Ensemble Nikel:<br />

Vincent Daoud, saxofono<br />

Ivan Fedele<br />

MUDRĀ<br />

per ensemble<br />

Lausanne, Haute École de Musique<br />

(HEMU), Utopia I, Grotte 2,<br />

18 marzo<br />

Ensemble Contemporain de l’HEMU &<br />

Namascae Lemanic Modern<br />

Ensemble<br />

dir.: William Blank<br />

Alessandro Ratoci, regia del suono e<br />

live electronics<br />

Marco Momi<br />

DUE NUDI<br />

per viola<br />

Milano, Rondò, Auditorium Gruppo 24<br />

Ore, 20 marzo<br />

Maria Ronchini, viola<br />

Stefano Gervasoni<br />

WHISPER NOT<br />

per viola e live electronics<br />

Milano, Rondò, Auditorium Gruppo 24<br />

Ore, 20 marzo<br />

Maria Ronchini, viola<br />

Alessandro Solbiati<br />

SECONDO TRIO D’ARCHI<br />

Siena, Accademia Musicale Chigiana,<br />

Palazzo Chigi Saracini, 22 marzo<br />

Trio Stauffer<br />

Francesco Hoch<br />

POSTLUDIO DEGLI SPETTATORI<br />

per coro a 12 voci<br />

Bellinzona (Svizzera), Teatro Sociale,<br />

23 marzo<br />

I Cantori della Turrita<br />

dir.: Daniela Beltraminelli<br />

Alessandro Solbiati<br />

LUCE - VII movimento da:<br />

“Crescendo”<br />

Otto brevi brani in forma di studio<br />

per orchestra da camera<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 24 marzo<br />

Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />

di Milano<br />

dir.: Daniele Parziani


APRILE<br />

Francesco Hoch<br />

MUSICA PER LA CA’ GIOIOSA<br />

Sette composizioni per ragazzi,<br />

coro parlato, cantato, forbici, carta,<br />

motori, violino e violoncello<br />

Savosa (Svizzera), Scuole Comunali,<br />

20 aprile<br />

Duo Carlo e Anna Tomasone, violino e<br />

violoncello<br />

Cori e gruppi strumentali di Allievi della<br />

Scuola elementare di Savosa<br />

dir.: Margherita Brazzola-Bruschetta<br />

Alessandro Solbiati<br />

DODICI LIEDER da “Winterreise”<br />

Trascrizione per violino e viola<br />

(Prima esecuzione integrale)<br />

Saint-Dizier, Festival International<br />

Saint-Dizier Grand Der, Le Printemps<br />

de la Musique, 22-27 aprile<br />

Dejan Bogdanovic, violino<br />

Pierre-Henri Xuereb, viola<br />

Luca Antignani<br />

ÉTUDE SUR “LA VIE”<br />

per cimbalom e ensemble<br />

Lyon, Salle Molière, 26 aprile<br />

Luigi Gaggero, cimbalom<br />

Les Temps Modernes<br />

Ivan Fedele<br />

PHASING<br />

per due pianoforti e due<br />

percussionisti<br />

Witten, Wittener Tage für Neue<br />

Kammermusik, 27 aprile<br />

Quatuor Makrokosmos<br />

Giorgio Colombo Taccani<br />

WATCHER<br />

per ensemble<br />

Milano, Teatro Elfo Puccini, 30 aprile<br />

Sentieri Selvaggi<br />

dir.: Carlo Boccadoro<br />

MAGGIO<br />

Nicola Sani<br />

GIMME SCELSI<br />

per ensemble e elettronica<br />

Köln, Festival Acht Brücken, Musik-<br />

Triennale, Grosser WDR Sendesaal,<br />

1 maggio<br />

Klangforum Wien<br />

dir.: Johannes Kalitzke<br />

Alessandro Solbiati<br />

LE SEI CORDE DI NICCOLÒ (I-V)<br />

per chitarra<br />

(Prima esecuzione del V movimento)<br />

Carpi, 4 maggio<br />

Luigi Attademo, chitarra<br />

Luca Antignani<br />

BARCHE AMORRATE<br />

per cinque voci<br />

Venezia, “Nuovi Madrigali Italiani”,<br />

Festival Pas-E, 8 maggio<br />

La Dolce Maniera<br />

dir.: Luigi Gaggero<br />

Stefano Gervasoni<br />

FUGA ANTE MORTEM<br />

per soprano, contralto, baritono e<br />

tre voci parlanti<br />

Venezia, “Nuovi Madrigali Italiani”,<br />

Festival Pas-E, 8 maggio<br />

La Dolce Maniera<br />

dir.: Luigi Gaggero<br />

Alessandro Solbiati<br />

E TU SEGUIVI<br />

Piccolo madrigale per cinque voci<br />

Venezia, “Nuovi Madrigali Italiani”,<br />

Festival Pas-E, 8 maggio<br />

La Dolce Maniera<br />

dir.: Luigi Gaggero<br />

Eric Maestri<br />

STO CADENDO, RICADO IN ME,<br />

SCOMPAIO...<br />

per quintetto vocale su testo di<br />

Patrizia Valduga<br />

Venezia, “Nuovi Madrigali Italiani”,<br />

Festival Pas-E, 8 maggio<br />

La Dolce Maniera<br />

dir.: Luigi Gaggero<br />

Carmine Emanuele Cella<br />

ALI OSCILLANO IN FIOCO CIELO<br />

per quintetto vocale su testo di<br />

Salvatore Quasimodo<br />

Venezia, “Nuovi Madrigali Italiani”,<br />

Festival Pas-E, 8 maggio<br />

La Dolce Maniera<br />

dir.: Luigi Gaggero<br />

Michele dall’Ongaro<br />

CONCERTO<br />

per pianoforte e orchestra<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 9 maggio<br />

Maurizio Baglini, pianoforte<br />

Orchestra I Pomeriggi Musicali<br />

dir.: Fabien Gabel<br />

Federico Gardella<br />

ESERCIZI DI NUBI<br />

per quartetto d’archi<br />

Magrè/Margreid, Casòn Hirschprunn,<br />

11 maggio<br />

Quatuor Diotima<br />

Marco Momi<br />

LUDICA III<br />

per ensemble, tre gruppi di bambini<br />

e elettronica<br />

Milano, Rondò, Auditorium Gruppo 24<br />

Ore, 12 maggio<br />

Divertimento Ensemble<br />

I piccoli musicisti di Divertimento<br />

Ensemble (Laboratorio “Giocare la<br />

musica”)<br />

dir.: Sandro Gorli<br />

Alessandro Solbiati<br />

DANZA - VIII movimento da:<br />

“Crescendo”<br />

Otto brevi brani in forma di studio<br />

per orchestra da camera<br />

Milano, Teatro Dal Verme, 26 maggio<br />

Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali<br />

di Milano<br />

dir.: Daniele Parziani<br />

<strong>ESZ</strong><br />

Il calendario completo delle esecuzioni, costantemente<br />

aggiornato, può essere consultato all’indirizzo internet:<br />

news EDIZIONI SUVINI ZERBONI<br />

www.esz.it<br />

Editore: Sugarmusic S.p.A. Galleria del Corso, 4 - 20122 Milano Tel. 02 - 770701 - E-mail: suvini.zerboni@sugarmusic.com - www.esz.it<br />

Direttore responsabile: Maria Novella Viganò - Responsabile del Settore Classica: Alessandro Savasta<br />

Redazione: Raffaele Mellace - Coordinamento di redazione: Gabriele Bonomo - Progetto e realizzazione grafica: Paolo Lungo - Traduzioni: Mike Webb<br />

Aut. del Tribunale di Milano n. 718 del 25-10-1991

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